"La libertà non è una meta lontana o un concetto astratto, ma una conquista quotidiana, plasmata dall'interazione tra limiti, autonomia e supporto comunitario. È un cammino che richiede coraggio, creatività e collaborazione, ma che, passo dopo passo, ci avvicina a un mondo più umano e inclusivo, dove ognuno ha la possibilità di essere sé stesso, pienamente e autenticamente". Le psicologhe Eleonora Mazzola e Diletta Montagni, con la loro referente Yelenia Iorillo, tutte del Centro Smart di Milano dedicato ai bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali, indicano la strada per aiutare a superare le neurodivergenze infantili (dall'autismo, alla sindrome da deficit di attenzione o Adhd, alla dislessia). Lo fanno in un articolo sull'ultimo numero del 'Bullone', il mensile dedicato ai 'B.Liver', i ragazzi della Fondazione 'Bullone' che hanno vissuto o vivono ancora il percorso della malattia e di cui vuole valorizzare il talento.
E' proprio nella neurodivergenza, sottolineano le due autrici, che ''la libertà assume forme uniche e profonde". Ci sono tre tipi di libertà: la libertà 'di' esprimersi, scegliere, essere autentici' che permette ai bambini di esprimere il proprio potenziale unico, senza giudizio; la libertà 'per' raggiungere un obiettivo, come sviluppare autonomie personali e sociali, grazie al metodo 'Aba' e agli approcci olistici del Centro Smart; la libertà 'da' limitazioni, interne o esterne, che nel contesto terapeutico si concretizza aiutando i bambini a superare comportamenti disfunzionali per trovare nuovi modi di comunicare ed esprimersi.
"Per le persone neurodivergenti - osservano Eleonora e Diletta - la terapia non dovrebbe mai essere vista come un'imposizione, ma come un mezzo per ampliare le possibilità di scelta. Un approccio terapeutico rispettoso aiuta a costruire le fondamenta dell'autonomia, lavorando con i limiti piuttosto che contro di essi". I limiti, spesso percepiti come ostacoli, si legge ancora nel testo, "possono invece rivelarsi indicatori preziosi del nostro cammino. Accettare i propri limiti non significa arrendersi, ma trovare il modo di trasformarli in basi solide per costruire nuove possibilità. Nella neurodivergenza, il rispetto per i limiti è la chiave per sviluppare un'autonomia autentica. Riconoscere ciò che non si può cambiare permette di concentrarsi su ciò che si può fare, andando oltre la semplice adattabilità per raggiungere una libertà che non è uniformità, ma celebrazione delle differenze".
Limiti, autonomia e libertà, aggiungono, "non sono stadi lineari, ma si intrecciano in un dialogo continuo. Il rispetto dei limiti favorisce l'autonomia, l'autonomia, a sua volta, apre le porte alla libertà. Nel contesto della neurodivergenza, la terapia si pone come un ponte tra questi elementi, offrendo strumenti e strategie per navigare in un mondo spesso progettato per la neurotipicità. È così che la libertà, intesa come espressione autentica del sé, diventa accessibile: un viaggio collettivo, sostenuto dalla comunità, dalla famiglia e dagli stessi individui che, passo dopo passo, ridefiniscono il significato di essere liberi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA