Con la riforma della giustizia varata dal Consiglio dei ministri ieri "il pubblico ministero corre il fortissimo rischio di trasformarsi in un organo interessato solo a ottenere condanne.
Anche nei confronti di persone innocenti", questa "riforma danneggia i cittadini perché se il giudice e il pubblico ministero fanno parte della stessa carriera, il pubblico ministero è almeno un po' contagiato dalla cultura, dal modo di pensare del giudice che deve essere imparziale".
Lo ha detto l'ex pm Gherardo Colombo, a
margine di un incontro a Ruvo di Puglia, nel Barese. Per
Colombo, "il motivo posto a base della riforma, secondo il quale
siccome magistrati e giudici fan parte della stessa carriera,
allora il giudice favorisce il pubblico ministero" è smentito
dai numeri. "Se le statistiche sono corrette, in circa metà dei
processi le persone che il pubblico ministero porta a giudizio
viene assolta. E allora? - ha continuato - Proviamo a guardare i
fatti e a vedere se è vero che il giudice dà sempre ragione al
pubblico ministero o se invece è vero il contrario".
"Il giudice deve essere imparziale - ha aggiunto - e sarebbe
necessario che fosse imparziale anche il pubblico ministero.
Dovrebbe, come prevede la legge, cercare anche le prove a favore
dell'imputato. Se sta nella stessa carriera del giudice il
pubblico ministero viene appunto contagiato dall'imparzialità
del giudice". "Abbiamo bisogno di un pubblico ministero che non
abbia come unico interesse vincere la causa - ha specificato
Colombo - ma che voglia ricostruire esattamente i fatti anche
quando contraddicono le ipotesi accusatorie".
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