Una nuova istanza per riaprire l'indagine sulla morte di Francesco e Salvatore Pappalardi, 'Ciccio' e 'Tore', i fratellini di Gravina in Puglia (Bari) di 13 e 11 anni scomparsi il 5 giugno 2006 e trovati in una cisterna della 'casa delle cento stanze' nel febbraio 2008 è stata presentata oggi alla Procura di Bari dal legale della madre, Rosa Carlucci, e della sorella Filomena.
Secondo quanto viene sostenuto, i due fratellini "furono costretti o indotti" alle 23.30 del giorno della scomparsa a recarsi in quel posto abbandonato.
Quindi, l'ipotesi per la quale viene chiesta la
riapertura del caso è l'omicidio, perché - a quanto viene viene
riferito - "altri reati sarebbero frattanto prescritti".
"Riteniamo che due bambini in tenera età - commenta
l'avvocato Giovanni Ladisi, che assiste madre e sorella di
Ciccio e Tore non possano essersi recati spontaneamente in un
casolare sperduto poco prima di mezzanotte. Furono indotti o
costretti a recarsi lì. Noi non puntiamo il dito contro nessuno,
e con questa istanza offriamo degli spunti perché pensiamo che
le indagini vadano riaperte".
L'istanza, spiega ancora Ladisi, verte sostanzialmente su tre
questioni: "La prima riguarda il momento di caduta nella
cisterna, che noi riconduciamo attorno alle 23.30 di quella
notte sulla base di alcuni approfondimenti che nascono già
dall'autopsia. La seconda questione riguarda la molteplicità di
contraddizioni ed omissioni da parte di diverse persone, sentite
in un primo momento a sommarie informazioni nell'ambito del
processo archiviato, e poi nel processo civile sulla richiesta
di risarcimento dei danni (sempre negato) pendente in
Cassazione; la terza è nebulosa, ma allo stesso tempo molto
inquietante, la presenza di un farmaco, il Midazolam,
all'interno della cisterna in prossimità dei cadaveri dei
bambini. Questo farmaco, sulla base di alcuni documenti raccolti
nel corso delle indagini, può essere ricondotto a un contesto
vicino alla famiglia dei bambini".
Dopo la scomparsa dei fratellini, il 27 novembre 2007, fu
arrestato il loro papà Filippo Pappalardi per duplice omicidio e
occultamento di cadavere. Si trattò però di un grave infortunio
investigativo: l'uomo fu scarcerato dopo 5 mesi e la sua
posizione fu archiviata. In passato sono state già avviate nuove
indagini sulla vicenda, ma si sono concluse con l'archiviazione
confermata dalla Cassazione.
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