Il Consiglio regionale pugliese ha
approvato a maggioranza, con il voto contrario dei consiglieri
regionali di FdI e FI e l'astensione dei consiglieri della Lega,
La Puglia Domani e del consigliere Napoleone Cera, la proposta
di legge per creare le condizioni affinché la gestione del
servizio idrico resti nelle mani di Acquedotto pugliese, e
quindi pubblica, anche dopo il 2025 quando scadrà l'affido. Una
direttiva europea, infatti, impone che la gestione del servizio
idrico venga messa a gara, in questo modo ci sarebbe il rischio
che dal 2026 finisca in mani dei privati. Per evitarlo c'erano
diverse soluzioni legislative, quella proposta dal gruppo di
Azione prevedeva l'ingresso dei comuni nel capitale sociale di
Aqp. In questo modo sarebbero state create le condizioni
giuridiche per l'Autorità idrica pugliese di procedere
affidando, senza gara, il servizio nella modalità in house. Il
testo approvato dall'Aula oggi ha cambiato questa proposta ed è
il frutto di emendamenti presentati dal governo regionale.
I Comuni pugliesi adesso potranno costituire, entro 90
giorni dall'entrata in vigore della legge, una società per
azioni, denominata Società veicolo, a totale partecipazione
pubblica e a controllo congiunto di tutti i Comuni. Per il
capitale sociale la Regione metterà a disposizione l'importo
massimo di 400 mila euro, da dividere tra tutti i comuni in base
alla consistenza delle infrastrutture destinate alla gestione
del servizio idrico integrato. Non è ammessa la partecipazione
di privati al capitale sociale della società. Se la Società
veicolo sarà costituita entro novanta giorni dall'entrata in
vigore della legge, la Regione avvierà il trasferimento graduale
a titolo gratuito, nella misura massima del 20%, delle azioni di
Acquedotto Pugliese SpA in favore dei Comuni aderenti, in
proporzione alla consistenza delle infrastrutture destinate alla
gestione del servizio idrico integrato.
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