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Il Museo del Gattopardo di Santa Margherita del Belìce: finzione e realtà incantano i visitatori

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Il Museo del Gattopardo di Santa Margherita del Belìce: finzione e realtà incantano i visitatori

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Responsabilità editoriale di SiciliaPress (ANCI)

01 febbraio 2025, 11:13

SiciliaPress (ANCI)

PressRelease - Responsabilità editoriale di SiciliaPress (ANCI)


Prosegue con il Museo del Gattopardo di Santa Margherita del Belìce, la campagna di comunicazione dedicata ai Musei comunali della Sicilia.
La Rete dei musei comunali della Sicilia è un’iniziativa promossa da ANCI Sicilia che ha visto, ad oggi, l’adesione di circa 100 Comuni e 200 musei attraverso una formale delibera di giunta comunale.
L’iniziativa, cui è dedicato il portale musei-sicilia.it, può considerarsi come l’avvio di un “arcipelago” di progetti finalizzati a valorizzare e migliorare i singoli musei comunali sotto molteplici punti di vista e promuovere ancor di più il patrimonio culturale siciliano nel suo complesso.
Tale opera di promozione, valorizzazione e miglioramento è pensata sia nell’interesse della fruizione di coloro che vivono in Sicilia sia in favore dei turisti.
Tra le iniziative specifiche che si stanno portando avanti nell’ambito della rete, rientra una campagna di comunicazione e promozione dedicata ad ogni singolo museo e l’avvio di iniziativa formative in favore di coloro che operano nei musei.
Per avere maggiori informazioni sulla rete dei musei, per comprendere come aderire e per collaborare e proporre progetti e iniziative è possibile visitare il portale musei-sicilia.it o scrivere a [email protected]

IL MUSEO DEL GATTOPARDO

IL museo del Gattopardo è nato nel 2006 in onore del celebre scrittore Tomasi di Lampedusa, che visse a Santa Margherita del Belice, tra i sei e i vent'anni le proprie estati, è ospitato presso il Palazzo Filangeri Cutò, divenuto nel Gattopardo il palazzo di Donnafugata che fa da cornice all’intero romanzo. Si tratta di un  museo costruito attorno all’opera letteraria con l’obiettivo di far conoscere i personaggi e in particolare la vita del “Gattopardo” cioè Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa, 
Il sito museale riproduce fedelmente i contenuti del “manoscritto” originale dell’opera più conosciuta di Tomasi di Lampedusa,  che è tra i “pezzi” principali che si possono ammirare nel Museo. Per la prima volta non è un museo ad ospitare un'opera, ma è la struttura museale che viene costruita attorno ad un romanzo.
All'interno di teche sono esposte le lettere, gli appunti, la documentazione e le foto d'epoca dello scrittore, postazioni multimediali fanno rivivere i saggi critici e i film dedicati all'opera, si possono vedere e ascoltare le interviste a Claudia Cardinale e Alain Delon, indimenticabili interpreti del film di Luchino Visconti, così come lo stesso manoscritto, la sua stesura, le correzioni apportate. Pagina dopo pagina, bozze e correzioni, fino alla stesura finale. Insomma, entrare nel museo è come fare un tuffo nel passato, ritornare negli anni '50, rivivere quei tempi e tuffarsi nell'atmosfera che portò lo scrittore a scrivere il suo capolavoro. Oltre agli elementi visivi, la grande attrattiva del Museo è data dalla possibilità di ascoltare, per la prima volta, la voce dello scrittore. A seguire, ed accompagnare il cammino del visitatore sarà infatti lo stesso Tomasi di Lampedusa, perché in tutte le sale del museo, si ascolterà lo scrittore che recita un suo racconto “Lighea”. Una registrazione unica, nata per gioco una mattina del 1956, quando ancora Giuseppe Tomasi non era famoso, ma già scriveva i suoi racconti. Quel giorno, a Gioacchino Lanza Tomasi, figlio adottivo dello scrittore, Tomasi di Lampedusa aveva regalato un registratore a nastro nuovo di zecca. E allora, per provarne il corretto funzionamento, ebbe l'idea di registrare la voce del padre adottivo, non immaginando che quella registrazione sarebbe rimasta l'unico documento audio del grande scrittore siciliano. Con in mano il Grunding e un nastro, Gioacchino e la fidanzata Mirella Radice si recarono nel palazzo di via Butera a Palermo dove abitava Giuseppe Tomasi di Lampedusa e gli chiesero di recitare uno dei suoi racconti. Quello stesso racconto, “Lighea” che i visitatori ascoltano dalla voce di chi l'ha scritto e che nessuno, finora ha mai sentito.
All’interno del sito è presente un museo delle cere, che rievoca una scena tratta dal film “il Gattopardo” di Luchino Visconti.


LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO: GASPARE VIOLA

"Essere parte della Rete Museale ANCI rappresenta per Santa Margherita di Belìce un'opportunità straordinaria per valorizzare il nostro patrimonio culturale e condividere con un pubblico sempre più ampio la storia e l'identità della nostra comunità. Il Museo del Gattopardo è il cuore pulsante della nostra memoria collettiva, un luogo in cui il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa prende vita e dialoga con il territorio che lo ha ispirato. Attraverso questa rete, rafforziamo il nostro impegno per la promozione della cultura e del turismo, con l'obiettivo di rendere Santa Margherita di Belìce un punto di riferimento per gli appassionati di letteratura, storia e tradizioni siciliane."

LA DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE AL TURISMO E PROMOZIONE TERRITORIALE: DEBORAH CIACCIO

"L'ingresso del Museo del Gattopardo nella Rete Museale ANCI rappresenta un passo fondamentale per la promozione culturale e turistica di Santa Margherita di Belìce. Questo riconoscimento ci permette di valorizzare ulteriormente il legame tra il nostro territorio e il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, offrendo ai visitatori un'esperienza immersiva nella storia e nelle atmosfere che hanno ispirato 'Il Gattopardo'. Grazie alla sinergia con gli altri musei della rete, intendiamo ampliare le opportunità di fruizione e conoscenza del nostro patrimonio, consolidando Santa Margherita di Belìce come meta culturale di eccellenza in Sicilia."

 

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