La produzione vinicola
piemontese cresce del 5% in un anno, per un totale di 2,25
milioni di ettolitri nel 2024. Lo dimostrano i dati raccolti
dall'osservatorio permanente sul comparto vinicolo (Wine
Permanent Observer-Wpo) di Confindustria Cuneo, presentati
all'Ampelion di Alba nell'ambito dell'edizione 2025 di "Vino e
mercati".
Rispetto alla media degli ultimi cinque anni, il dato segna
un calo di 3 punti percentuali. Gli imbottigliamenti recuperano
nel secondo semestre del 2024. Le giacenze di vini Dop sono
leggermente aumentate in provincia di Cuneo (+0,8% contro il
meno 0,4% della media piemontese), ma restano comunque in linea
con la situazione pre-Covid, lasciando immaginare una
performance positiva.
Tra le incognite del settore evidenziate dagli esperti di
Confindustria c'è l'effetto dei possibili dazi statunitensi, ma
anche il rapporto con la grande distribuzione organizzata (Gdo),
che sta pagando prezzi più bassi per i vini piemontesi sia in
Italia sia all'estero.
Un'analisi, realizzata intervistando responsabili d'acquisto
di vino italiani e stranieri, ha evidenziato che la fascia più
richiesta a livello internazionale è quella tra 11 e 13 gradi
(30,3% delle preferenze), seguita dai vini tra 9 e 11 (21,8%). I
prodotti sotto i 9 gradi raccolgono solo il 12,7%, confermando
che i vini low-alcohol restano un segmento di nicchia, mentre un
16,4% dei consumatori dichiara di non considerare rilevante il
grado alcolico.
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