/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dal vino di Spagna 82 al pallone del Real, processo a Torino

Dal vino di Spagna 82 al pallone del Real, processo a Torino

A Torino. Collezionista accusa imprenditore, non me li ha ridati

TORINO, 05 dicembre 2023, 17:24

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una bottiglia di barbera del 1982 con le firme di tutti i calciatori della nazionale italiana campione del mondo. Il pallone della finalissima di Champions League del 2017 tra Real Madrid e Juventus. Una statuina di Lev Jashin, leggendario portiere della squadra dell'Unione Sovietica. Sono solo alcune delle preziose memorabilia al centro di un processo al Palazzo di giustizia di Torino. Un imprenditore piemontese, Antonio B., è chiamato a rispondere di appropriazione indebita: l'accusa è di non avere restituito il materiale al proprietario, il celebre collezionista Onorato Arisi, che oggi ha testimoniato in tribunale.
    Secondo una prima ricostruzione al vaglio dei giudici, Arisi, tramite la Fondazione Memoria Sportiva, di Gubbio (Perugia), affidò una quantità di oggetti all'imprenditore perché organizzasse mostre, eventi e vernissage. L'impegno però non sarebbe stato rispettato. Da qui la richiesta di restituzione dei beni. L'imputato (che è difeso dall'avvocato Andrea Cianci e nega la circostanza) a detta del pm Eugenia Ghi ne avrebbe trattenuta una parte, considerata di un certo pregio.
    Arisi, che colleziona memorabilia da decenni e a Torino ha diretto il Museo dello Sport, è costituito parte civile con gli avvocati Davide e Massimo Parlatano. "Questa storia - ha riferito - mi ha cambiato la vita: spesso le persone mi affidavano gli oggetti chiedendomi di far rivivere attraverso di essi, con delle iniziative culturali, la memoria dei loro cari.
    Ora sento che la mia credibilità è compromessa. Alcuni beni possono avere grande valore economico, ma il punto è un altro: per me sono tutti importantissimi. Quando ho avuto problemi di debiti ho preferito vendere la casa e lasciare Milano, dove abitavo, piuttosto che separarmi da loro".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza