Cos'ha significato essere comunisti
e cosa può ancora significare? Cosa rimane oggi, a cinquant'anni
dalla svolta della Bolognina, dell'esperienza di milioni di
iscritti al Pci che hanno provato a trasformare se stessi e il
mondo? Sono alcune delle domande alle quali prova a dare una
sorta di risposta 16 Millimetri alla Rivoluzione di Giovanni
Piperno, film che riporta alla luce le più belle pagine del
cinema militante italiano, prodotto dall'Archivio Audiovisivo
del Movimento Operaio e Democratico, in prima mondiale al 41/o
Torino Film Festival il 30 novembre.
Un viaggio nel tempo, un film d'archivio per capire l'oggi,
in cui il regista, Giovanni Piperno, parla al presente
dialogando con Luciana Castellina, storica dirigente comunista e
fondatrice del Manifesto, e tuffandosi nel mare di immagini
prodotte per il Partito Comunista tra gli anni '50 e gli '80 da
grandi registi italiani. Una riscoperta del fare politica, fatto
di impegno, solidarietà, confronto, che riporta alla luce il
cinema di quella generazione: un cinema sperimentale, dal basso,
empatico, militante. Zavattini direbbe - e così dice nel film -
"un cinema di tanti per tanti".
Il film, da un'idea di Giovanni Piperno e Luca Ricciardi,
scritto insieme a Alessandro Aniballi e montato da Paolo
Petrucci, con le musiche di Valerio Vigliar, è prodotto
dall'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
con il contributo della Struttura di missione anniversari
nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali presso
la presidenza del Consiglio dei ministri e con la collaborazione
di Rai Teche.
Alla proiezione saranno presenti Luciana Castellina, il
regista Giovanni Piperno, il presidente dell'AaMod, Vincenzo
Vita e la delegazione del film.
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