Bisogna mettere insieme intorno a un tavolo i diversi soggetti - sindacati, imprese, sistema del credito, mondo assicurativo e fondazioni - per trovare delle soluzioni di rilancio di un Piemonte che rischia di diventare il Sud del Nord. Lo chiede la Fisac Piemonte, la federazione dei bancari della Cgil, che ha organizzato a Torino un incontro sul sistema finanziario piemontese, al quale hanno partecipato Stefano Cappellari, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Gianluca Brovia, responsabile della Direzione Crediti di Banca d’Alba, Andrea Varese, segretario generale della Fondazione Crt e Massimo Luviè, direttore generale di Banca Reale e condirettore generale di Reale Mutua Assicurazioni.
In Piemonte dal 2011 ha chiuso il 37,5% degli sportelli - sottolinea la ricerca della Fisac Cgil - lasciando scoperte ampie fasce di popolazioni: 721 comuni su 1.180, il 61%, con 563.000 abitanti, non hanno sportelli bancari. La carenza è molto pesante nella provincia di Alessandria. La ricerca della Fisac mette in evidenza anche la presenza di poli assicurativi e il ruolo esercitato dalle fondazioni. "Torino sembra essere una zavorra per il Piemonte - spiega la Fisac - incapace di invertire in modo netto la tendenza al declino economico, che poi si traduce in declino e impoverimento occupazionale. I maggiori gruppi bancari continuano, anche in Piemonte a riorganizzarsi con la stretta sulle filiali, sposando in modo deciso la strada dell'innovazione e della digitalizzazione con logiche industriali ineccepibili, ma con ripercussioni qualitative e quantitative a livello di copertura territoriale del servizio".
"Vogliamo fare un passo avanti e ragionare a livello di sistema per un rilancio di Torino che faccia da motore per tutte la regione. E' necessario sperimentare modalità e soluzioni che mettano insieme tutti gli attori pubblici e privati, le loro forze ed energie", spiega Cinzia Borgia, segretaria generale della Fisac Cgil Piemonte. "Chiediamo alla finanza piemontese che visione ha di questa regione e come si possa impedire al Piemonte di diventare il sud del nord. Anche la finanza può dare un contributo per generare buona occupazione e per invertire un declino che dura dagli anni '80" sottolinea il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo.
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