La mostra 'Da Casorati a Sironi ai
Nuovi Futuristi', dall'11 ottobre all'11 febbraio 2024, frutto
di due anni di lavoro, inaugura il nuovo straordinario
allestimento del Museo Accorsi-Ometto di Torino, realizzato
grazie all'uso di luci di ultima generazione su uno sfondo di
muri grigi.
Le settanta opere esposte, dei principali artisti del
Novecento italiano, sono infatti illuminate una per una con
delle luci che le abbracciano in modo diffuso diventando esse
stesse le fonti luminose delle stanze. Un effetto straniante e
moderno che gioca alla perfezione con gli ambienti aulici del
seicentesco palazzo nel centro di Torino.
Le opere provengono da collezioni private e da musei italiani
e stranieri, soprattutto francesi, tra i quali la Gam di Torino,
la Gnam di Roma, il Mart di Rovereto. Raccontano una fetta di
storia artistica e non solo di Torino e Milano di inizio '900.
"Il percorso prende le mosse dal 1920 - hanno spiegato oggi i
curatori Nicoletta Colombo e Giuliana Gidio - quando nelle due
grandi città arrivano gli echi della ricostruzione post guerra e
del nuovo rinascimento artistico europeo". Una mostra a tema,
"non acquistata a pacchetto come si usa molto spesso fare oggi -
spiegano il presidente e il direttore del Museo Guido Appendino
e Luca Mana - ma frutto di una lunga ricerca anche concettuale".
Divisa in quattro sezioni, la mostra racconta in primo luogo
la rivoluzione artistica portata dalla casa-bottega di Casorati
in una Torino conservatrice e sabauda alle prese con
intellettuali 'rivoluzionari' come Gualino, Piero Gobetti e lo
storico dell'arte Lionello Venturi; il neofuturismo milanese
antiromantico di Marinetti e di artisti quali Sironi, Marussig,
Carra', Borra; il gruppo dei Sei di Torino (Boswell, Chessa,
Galante, Levi, Menzio e Paulucci); il Nuovo Futurismo di Milano
e Torino".
"Stiamo lavorando alla prossima grande mostra di primavera
2024 - ha aggiunto il presidente Appendino - ma per scaramanzia
non diciamo nulla. Le vicende internazionali in corso sono
troppo destabilizzanti, anche per la cultura e il lavoro dei
musei che lavorano guardando al futuro".
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