Un percorso dentro l'ultimo e forse il più grande romanzo di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, che Umberto Orsini affronta per la terza volta nella sua carriera d'attore come una vera e propria linea guida e 'cavallo di battaglia'.
Dopo l'indimenticato sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi (1969) e La leggenda del grande inquisitore (2014), questo 'nuovo Karamazov' - al Teatro Astra dal 17 al 22 gennaio - è per Orsini l'occasione di confrontarsi direttamente con la complessità di uno fra i personaggi più controversi e tormentati dell'intera epopea letteraria: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l'amoralità del mondo e che conduce forse consapevolmente all'omicidio l'assassino di suo padre.
Colpevole e innocente insieme, Ivan
Karamazov ritorna qui a parlare come un uomo ormai maturo che
sente di non aver ancora esaurito il suo compito e di dover
chiarire le esatte dinamiche dei propri delitti e dei castighi
perché ritiene che il suo personaggio sia troppo limitato per
esprimere la complessità del suo pensiero. Ivan si confessa e
cerca di raccontare la sua storia, nella ricchezza d'un
linguaggio penetrante quanto immediato e nell'avvicendarsi degli
stati psicologici d'una figura amletica e inafferabile. Umberto
Orsini è il grande protagonista d'un inedito viaggio nell'umana
coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni. Una
confessione straziata e commovente, a metà tra la finzione
letteraria e il «pirandelliano» dissidio con un personaggio in
cui ritrova le espressioni più oscure del proprio io.
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