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Delegazione Pe in Usa, attacchi a regole digitali Ue da Big Tech

Delegazione Pe in Usa, attacchi a regole digitali Ue da Big Tech

Cavazzini, 'da loro una autoregolamentazione senza scrupoli'

BRUXELLES, 28 febbraio 2025, 17:28

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Nonostante il dialogo costruttivo, permangono le divergenze di vedute tra le due sponde dell'Atlantico sull'architettura di leggi che regola lo spazio digitale europeo. Questo il bilancio della missione della Commissione Mercato Interno (Imco) a Washington, la prima del Parlamento europeo dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
    La missione conoscitiva, ha spiegato la presidente della Commissione Imco e capo delegazione Anna Cavazzini in una nota, è servita a "chiarire alcuni malintesi" sulle leggi europee sui mercati digitali (Dma), sui servizi digitali (Dsa) e sull'intelligenza artificiale (IA). Normative finite nel mirino dell'amministrazione Trump che accusa l'Ue di voler imporre regole punitive alle società americane e minaccia misure di ritorsione a tutela degli interessi economici Usa in caso di sanzioni inflitte da Bruxelles alle aziende americane.
    "Una comunicazione aggressiva" che, secondo Cavazzini, non riflette la posizione della maggioranza delle parti interessate, quanto quelle dei "potenti giganti tecnologici della Silicon Valley" che hanno "un modello di business" basato su "un'autoregolamentazione senza scrupoli", "in contrasto con il modo in cui operiamo in Europa". Altra criticità sollevata da Cavazzini è la decisione della nuova amministrazione Usa di rimuovere i paletti sulla sicurezza dell'IA, un aspetto "molto preoccupante - osserva l'eurodeputata - considerato lo sviluppo esponenziale della tecnologia".
    Davanti alle pressioni dell'amministrazione Trump, Bruxelles non intende fare indietro sulle sue regole digitali, ha assicurato Cavazzini, evidenziando come siano state varate "pensando a cittadini e imprese europee e non per compiacere gli oligopoli americani delle Big Tech".
    "Il mercato unico rimane una delle maggiori opportunità per le aziende statunitensi e che un approccio ostile non giova a nessuna delle due parti" ha concluso, ricordando che "gli Stati membri chiedono già di reagire alle pressioni degli Stati Uniti, sotto forma di misure anti-coercizione o di una tassa digitale".
   
   

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