Nuove proteste degli studenti
venerdì a Belgrado, dove si sono registrati cortei, raduni e
blocchi stradali in diverse parti della città, con inevitabili
scompensi nel trasporto pubblico e disagi per gli automobilisti.
Ovunque è risuonato 'Pumpaj, Pumpaj' (Pompa, Pompa), lo slogan
immancabile ormai delle manifestazioni antigovernative in
Serbia, che vuole infondere continua energia ai protagonisti
delle dimostrazioni quotidiane che vanno avanti da cinque mesi
nel Paese balcanico. In quella che in Serbia, il 4 aprile, viene
celebrata come la 'Giornata degli studenti', proteste sono state
inscenate anche in altre località del Paese.
Sono entrati intanto in Ungheria i circa 80 studenti partiti
giovedì in bicicletta alla volta di Strasburgo, dove intendono
presentare le loro istanze alle istituzioni Ue e al Consiglio
d'Europa allo scopo di attirare l'attenzione internazionale
sulla situazione in Serbia, con la denuncia in particolare della
corruzione dilagante e della diffusa violazione dei diritti
umani. Il loro arrivo nella città francese è previsto per il 15
aprile, dopo aver percorso oltre 1.300 km attraverso Ungheria,
Slovacchia, Austria, Germania e Francia. In tutti tali Paesi
sono mobilitate le comunità della diaspora serba, con un
supporto logistico e un sostegno in termini di viveri,
equipaggiamento sportivo, materiale tecnico. Il gruppo di
studenti ciclisti, ai quali si sono associati anche alcuni
docenti e personale accademico, è peraltro scortato da auto e
furgoni con a bordo generi alimentari, medicinali, medici. Un
raduno alternativo di sostenitori del governo è stato al tempo
stesso convocato dal presidente Aleksandar Vucic per il 12
aprile a Belgrado. Obiettivo, ha detto, infondere fiducia e
sicurezza alla popolazione, maltrattata e alle prese
quotidianamente con la crescente intolleranza e sopraffazione da
parte del movimento di protesta. "Molto denaro è stato investito
all'interno e all'esterno del Paese per destabilizzare la
Serbia", ha detto Vucic in un videomessaggio su TikTok.
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