Il presidente serbo Aleksandar
Vucic ha accusato non meglio precisati "istruttori stranieri" di
ispirare le proteste degli studenti e degli insegnanti,
appoggiati dall'opposizione, che vanno avanti da settimane nel
Paese e che cominciano a preoccupare la dirigenza di Belgrado.
"A fare tutto ciò sono istruttori stranieri, noi sappiamo chi
fa tutto ciò e come lo fa. Arrivano da vari Paesi occidentali,
alcuni vengono anche dall'est, per fare un lavoro sporco per una
rete di agenti occidentali", ha detto Vucic in una intervista
nella tarda serata di ieri alla tv privata Happy. A suo dire, vi
sarebbe il tentativo di attuare in Serbia una sorta di
'rivoluzione colorata', con l'obiettivo da parte delle
opposizioni di rovesciare l'attuale dirigenza democraticamente
eletta e andare al potere attraverso le proteste di piazza e
senza il passaggio obbligato delle elezioni.
Nel Paese balcanico da settimane non passa giorno che non vi
sia una protesta, un corteo o una manifestazione contro governo
e presidente, con improvvisi blocchi stradali che causano
problemi e interferenze alla circolazione. Non di rado si
registrano incidenti e scontri con la polizia. Agli studenti
universitari si sono uniti insegnanti e comuni cittadini critici
della dirigenza, in un movimento di generale contestazione delle
autorità che assume sempre più il carattere di una protesta
autenticamente politica.
La motivazione immediata addotta per i raduni è in generale
quella di rendere omaggio alle 15 vittime del crollo alla
stazione di Novi Sad il primo novembre scorso, ritenuto
conseguenza della corruzione dilagante e dei mancati controlli,
in sostanza si tratta ormai di una protesta generale che
denuncia scarsa democrazia, controllo sui media, poca attenzione
ai problemi dell'istruzione pubblica e mancati successi nella
lotta alla corruzione. Vucic è arrivato a proporre un referendum
sulla sua persona, affermando di volersi dimettere in caso di un
esito a lui sfavorevole. Domani, con la fine delle vacanze
invernali, riapriranno le scuole primarie e secondarie, ma in
diversi istituti sono previste astensioni dalle lezioni per la
protesta degli insegnanti che reclamano aumenti salariali e
migliori condizioni di lavoro. Nei giorni scorsi il governo ha
per questo concordato maggiorazioni degli stipendi, che molti
tuttavia ritengono ancora insufficienti.
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