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Giornata del Fegato, dieta mediterranea e attività fisica

Giornata del Fegato, dieta mediterranea e attività fisica

Ancona, 45% pazienti in sovrappeso. "Serve adeguato stile vita"

ANCONA, 12 aprile 2025, 13:00

Redazione ANSA

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Per quanto riguarda le patologie epatiche "Il 90% dei casi potrebbe essere curato e risolto mantenendo uno stile di vita adeguato". Lo spiega il professor Gianluca Svegliati Baroni, Responsabile dell'Unità Operativa del Danno Epatico e dei Trapianti dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche in vista del 19 aprile quando si celebra la Giornata Mondiale del Fegato, promossa dalla comunità scientifica e dalle associazioni che si occupano delle malattie del fegato. In questo contesto, ricorda l'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (Aoum), l'alimentazione diventa decisiva e con essa la scelta di puntare sulla dieta mediterranea, il modello tradizionale per un perfetto stile di vita. La Giornata Mondiale del Fegato basa il proprio messaggio in buona parte "sul rispetto di questo modello alimentare che prevede un elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, olio extravergine, latticini, soia riducendo invece quello di carni rosse, pesce, uova e pastauova e pasta.
    Nel mondo le patologie epatiche interessano 1,5 miliardi di persone e sono la terza causa di morte al mondo. "Curare il proprio stile di vita, - sottolinea Aoum - attraverso una alimentazione sana e una costante attività fisica, non deve diventare una ossessione, ma neppur passare come un concetto trascurabile".
    Il fegato "un organo vitale e molto delicato, tra i cui compiti c'è soprattutto quello di coordinare e regolare il nostro metabolismo.
    Per un stile di vita adeguato, osserva Svegliati Baroni, occorre apportre alcuni "cambiamenti alle nostre abitudini, ad esempio riducendo del 10% il peso corporeo personale, mettendo al centro la dieta mediterranea, senza dimenticare l'attività fisica, aerobica e anaerobica, magari in alternanza. Gli effetti sul metabolismo sarebbero subito evidenti".
    Secondo uno studio portato avanti da un gruppo di Medici di Medicina Generale di Ancona e del territorio anconetano, su un ampio bacino di pazienti, "oltre 16mila pazienti di età compresa tra 18 e 79 anni e senza distinzione di sesso, il 45% del totale è in sovrappeso e il 17% addirittura obeso, mentre uno su cinque presenta un sospetto di malattia al fegato: "Dopo un congresso nell'ottobre scorso, il professor Svegliati Baroni mi ha suggerito una raccolta di dati legata alla medicina del territorio - spiega il dottor Emanuele Fiorini, medico di Medicina generale di Ancona e referente dello studio - per evidenziare la cronicità delle patologie correlate al fegato e per gestire le cartelle cliniche dei pazienti da noi curati.
    Così abbiamo creato un data base con valutazioni statistiche precise. Personalmente - riferisce il dottor Fiorini - ho coinvolto in questa analisi altri dodici colleghi, uno di Osimo, uno di Sirolo e gli altri del capoluogo e assieme abbiamo estratto i dati, garantendo l'anonimato dei pazienti. Dei 16.113 report, 4.496 hanno riportato hanno evidenziato condizioni di sovrappeso e addirittura obesità (rispettivamente 2.030 sovrappeso e 761 obesi), ma oltre ai numeri già riportati ce ne sono altri molto indicativi: il 7,4% dei pazienti era diabetico, mentre addirittura il 24% mostrava problemi di ipertensione. Un fenomeno preoccupante destinato a crescere in relazione delle abitudini alimentari delle nuove generazioni; non siamo negli Stati Uniti, ma l'impatto di nuovi stili di vita e abitudini alimentari è evidente".
    Una delle patologie correlate più frequenti (colpisce più del 30% della popolazione, spesso in maniera asintomatica) è la steatosi epatica o 'fegato grosso', un accumulo anomalo di grasso nel fegato. asintomatica) è la steatosi epatica o 'fegato grosso', ossia un accumulo anomalo di grasso nel fegato: "Basterebbe un banale esame del sangue - sottolinea il professor Svegliati Baroni - per controllare se il metabolismo è stato alterato e si è a rischio di complicazioni cardiovascolari o neoplasie non epatiche, al colon, alla mammella o al pancreas ad esempio. La steatosi precede la sindrome metabolica che si palesa con questi effetti: obesità, ipertensione, colesterolo, autentici campanelli d'allarme. Steatosi epatica e diabete contribuiscono insieme ad accrescere il rischio di eventi cardiovascolari e di gravi malattie del fegato. D'altro canto abbiamo dimostrato in un recente studio che il 10% dei pazienti alla prima visita diabetologica hanno già un danno epatico avanzato. E' quindi importante che questi concetti siano ben presenti nei Mmg e negli specialisti che gestiscono queste diverse patologie, per una gestione completa e condivisa del paziente".
   

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