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Beko: a Fabriano sì all'accordo, 78,6% a Melano, 58,5% staff

Beko: a Fabriano sì all'accordo, 78,6% a Melano, 58,5% staff

254 voti favorevoli tute blu, 148 per il sì tra colletti bianchi

FABRIANO (ANCONA), 11 aprile 2025, 19:02

Redazione ANSA

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Anche da Fabriano un sì all'ipotesi di accordo raggiunto al ministero delle Imprese e del Made in Italy tra i vertici di Beko e i sindacati di categoria Fim-Fiom-Uilm-Uglm. Nello stabilimento di Melano su 518 aventi diritti al voto, hanno effettivamente votato in 323 (62,35%) di cui 254 sì (78,6%), 63 no, 4 nulle e 2 bianche.
    Nella sede impiegatizia su 461 aventi diritti al voto, hanno effettivamente votato in 253, di cui 148 sì (58,5%), 92 no e 13 schede bianche. Quindi la maggioranza ha votato per il sì all'accordo, ma certamente con una percentuale che mostra il fatto che gli esuberi in città sono considerati tanti.
    Infatti, per la città della carta si prevedono esuberi fino a un numero massimo di 193 unità tra staff, impiegati, quadri, dirigenti e il centro Sviluppo e Ricerca che saranno gestiti con gli strumenti classici (uscite incentivate e contratti di solidarietà). A questi si sommano i 64 esuberi (sempre fino a un numero massimo) tra gli operai dello stabilimento di Melano che resta il polo di produzione dei piani cottura per tutta la regione Emea e dove saranno effettuati nei prossimi 3 anni oltre 60 milioni di euro di investimenti. Non ci sarà alcun licenziamento unilaterale, ma le uscite degli esuberi individuati avverranno solo dietro incentivi, con questi che possono arrivare fino a 90mila euro a seconda dell'età anagrafica dei lavoratori che ne vorranno usufruire. Durante le assemblee svolte nella giornata di oggi, la tensione era molta.
    "Non è il miglior accordo possibile, è un accordo difficile che lascia aperta una possibilità di parlare di progetto industriale in futuro, ma con un prezzo altissimo in termini di esuberi e di produzione persa. L'azienda a un certo punto ha chiuso tutti gli spazi di contrattazione ed è il massimo che siamo riusciti ad ottenere. Nessun licenziamento forzoso, ma solo volontari ed incentivati, investimenti che dovranno essere assolutamente sviluppati. Un piano che se sarà approvato dalla maggioranza dei lavoratori del gruppo, dovrà essere monitorato. Questo è solo l'inizio di un percorso e di una sfida per mantenere le produzioni di elettrodomestici in Italia", alcune delle dichiarazioni dei rappresentanti sindacali post referendum.
   
   

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