Nelle pertinenze di un vecchio
casale nella zona di Recanati (Macerata), in uso a una ditta
operante nel settore del trasporto su strada, il locale Nucleo
carabinieri Forestale, nell'ambito di vari controlli eseguiti
nei primi mesi dell'anno, ha scoperto un'attività abusiva di
autoriparazione priva delle prescritte autorizzazioni di legge.
I militari hanno hanno proceduto al sequestro penale di
attrezzature e strumentazioni adoperate illecitamente. Gli
investigatori hanno accertato una gestione illecita dei rifiuti
speciali, pericolosi e non pericolosi, tipo filtri usati, tubi
in metallo e plastica, batterie fuori uso, radiatori, ganasce e
freni usati, pompe idrauliche, blocchi motori, ingranaggi e
rottami ferrosi, "prodotti nell'ambito dell'attività abusiva e
non conferiti a soggetti autorizzati, per lo smaltimento o
recupero, secondo le previsioni di legge". Deferiti tre soggetti
che rischiano, se le accuse venissero verificate e confermate,
pesanti sanzioni penali e l'obbligo di bonifica e ripristino
dello stato di luoghi.
Dentro e fuori dall'officina erano presenti diversi veicoli
dismessi e in parte privi di componenti essenziali: per questo è
stata contestata anche una gestione, non autorizzata o
comunicata, di veicoli fuori uso e rifiuti costituiti dai
relativi componenti e materiali. In un secondo controllo
congiunto con la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione di
Polizia Stradale di Macerata, nello stesso luogo ma in un
deposito limitrofo, scoperta un'attività abusiva di commercio di
pneumatici usati da esportare verso Paesi dell'Africa, anch'essa
in assenza delle dovute autorizzazioni e comunicazioni alle
Autorità competenti; l'Ufficio di Ps ha adottato i conseguenti
provvedimenti.
Nelle pertinenze del fabbricato rurale, c'era poi un
semirimorchio centinato nel quale era stoccata una notevole
quantità di rifiuti speciali: carta/cartone, plastica, legno,
pneumatici fuori uso e due onduline in simil fibrocemento: era
tato acquisito a un'asta fallimentare e spostato dall'Anconetano
al piazzale del casale, senza considerare la presenza a bordo
dei rifiuti, provenienti forse dalla medesima procedura
fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le norme
vigenti.
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