Arriva la prima decisione della
Cassazione su una delle tante inchieste della Procura di Milano
sulla gestione urbanistica della città. La Suprema Corte,
infatti, ha dichiarato oggi "inammissibile" il ricorso contro il
sequestro, confermato lo scorso settembre dal Tribunale del
Riesame milanese, del cantiere delle Residenze Lac di via
Cancano, nell'area del Parco delle Cave. Il sequestro era stato
disposto dalla gip Lidia Castellucci ed eseguito il 19 luglio
del 2024 in una delle tante indagini coordinate dai pm Marina
Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con l'aggiunto
Tiziana Siciliano, e condotte dalla Gdf.
Il ricorso era stato presentato dalla Nexity Milano Parco
della Cave srl. Il fatto che sia stato dichiarato
"inammissibile" potrebbe voler dire che i motivi presentati
dalla difesa sono stati considerati di merito e non su eventuali
vizi di legge, per cui sono previsti i ricorsi in Cassazione.
Bisognerà, comunque, attendere le motivazioni della Cassazione
per capire meglio le ragioni.
I giudici del Riesame (Savoia-Ambrosino-Alonge) avevano
rigettato il ricorso presentato da Nexity. Dagli atti
dell'indagine era emerso, come in altri casi analoghi, che
quella nuova costruzione con un "rilevante impatto" sul tessuto
della città era tale da richiedere una pianificazione
preliminare, che, secondo l'accusa, sarebbe stata 'dribblata'
ancora una volta in nome della Scia, ossia la segnalazione di
inizio attività.
Il sequestro ha riguardato il cantiere per la realizzazione
di tre "torri", di 9, 10 e 13 piani, alte da 27 a 43 metri e con
77 appartamenti. Otto gli indagati per abuso edilizio,
lottizzazione abusiva, false attestazioni: tra questi anche
Paolo Mazzoleni, attuale assessore all'Urbanistica a Torino,
coinvolto in più inchieste di questo genere a Milano e
progettista della Lake Park, società proprietaria dell'area, e
Rossella Bollini, titolare della stessa società, e vari
dirigenti comunali.
Nel provvedimento del gip venivano elencate tutte le presunte
violazioni: l'assenza di un piano particolareggiato esecutivo o
di un piano di lottizzazione esteso all'intera zona; la
"qualificazione illegittima" dell'intervento come una
"ristrutturazione edilizia" e non "nuova costruzione" con pure
"indebiti vantaggi tributari ai danni dell'erario"; la
monetizzazione degli standard urbanistici "fortemente"
sottostimata.
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