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Poliziotti si opposero a nazifascismo, Milano li ricorda

Poliziotti si opposero a nazifascismo, Milano li ricorda

Questore Megale posiziona tre pietre d'inciampo in loro memoria

MILANO, 28 gennaio 2025, 13:48

Redazione ANSA

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   Giuseppe, Emiddio e Angelo erano tre poliziotti di Milano. In un momento storico d'estrema difficoltà, fecero la scelta giusta, si opposero al nazifascismo e difesero i valori della civiltà. Sono tutti e tre morti per mano dei nazisti: Giuseppe e Angelo nei lager, Emiddio fucilato in piazzale Loreto a Milano.
    Per ricordarli questa mattina il Questore di Milano Bruno Megale ha posizionato all'ingresso della questura in via Fatebenefratelli tre 'Pietre d'Inciampo'. Con Megale il Prefetto Claudio Sgaraglia e l'assessore del Comune di Milano Marco Granelli, oltre le associazioni del Comitato Pietre d'Inciampo, l'Aned - Associazione nazionale ex-deportati nei lager nazisti, la Comunità ebraica di Milano, l'Anps e l'Anpi.
    Le pietre testimoniano le scelte di vita dei tre uomini.
    Giuseppe Prata era stato nominato guardia di pubblica sicurezza nel dicembre 1934. Promosso vice brigadiere nell'aprile 1943, mentre era in servizio a Milano, fu stato arrestato con altre nove persone. Una rappresaglia per l'uccisione di un soldato tedesco. Venne deportato in Germania, e internato nel campo di Hersbruck il 7 settembre 1944. Morì sei mesi dopo, il 21 marzo 1945, per insufficienza cardiaca.
    Il suo collega, Emiddio Mastrodomenico, mentre era in forza alla Questura di Milano, fu arrestato la sera del 30 giugno 1944 dalla polizia tedesca, in quanto fiancheggiatore dei G.a.p.
    milanesi. Morì fucilato per rappresaglia dopo un attentato dinamitardo contro un camion tedesco assieme ad altri quattordici partigiani, il 10 agosto 1944 in piazzale Loreto.
    Anche Angelo Molino lavorava in questura a Milano. Dopo l'8 settembre rientrò in clandestinità in Friuli Venezia Giulia e si schierò con la Resistenza, combattendo con la Brigata Val Torre della III Divisione Osoppo-Friuli. Catturato dai tedeschi nel settembre 1944, fu deportato nel lager Neuengamme e poi a Dachau. Lì morì per sevizie il 10 aprile 1945. 
   

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