A Milano rettrici delle univeristà
a confronto sul tema della parità di genere. All'incontro con il
sindaco Beppe Sala e a rispondere alle domande degli studenti
delle scuole superiori sono state Giovanna Iannantuoni
(Bicocca), Donatella Sciuto (Politecnico), Marina Brambilla
(Statale) ed Elena Beccalli (Cattolica). "Dobbiamo parlare di
competenze e di talenti prima di tutto" ha evidenziato
Iannantuoni. Ma la preoccupazione oggi è anche quella legata al
lavoro. "Il nostro è l'ultimo tra i Paesi europei per la forza
lavoro femminile attiva - ha aggiunto -, lavora una donna su
due. Ci vuole il supporto anche da parte delle istituzioni". Un
tema caro anche alla rettrice della Statale Marina Brambilla:
"si parla tanto di diritti personali ma l'indipendenza delle
donne passa da quella economica - ha detto - e dalla possibilità
di essere attive nel mondo del lavoro. Le donne riescono ad
essere protagoniste dove sono messe nelle condizioni di studiare
come i loro compagni e Milano e la Lombardia possono essere un
esempio".
La rettrice della Cattolica, Elena Beccalli, è partita dai
dati per raccontare il tema della parità di genere. "È stato
evidenziato in molti studi internazionali che la presenza di
diversità di genere nelle organizzazioni è fonte di valore, è
una evidenza empirica - ha detto -. Le organizzazioni con più
donne sono maggiormente orientate alla sostenibilità sociale e
ambientale, alla innovazione tecnologia". E poi il tema
dell'indipendenza economica: "Sull'inclusione finanziaria,
ricordo che in Italia ci sono ancora donne che non hanno un
conto corrente ed è come privarle di un diritto di cittadinanza.
Servono programmi ad hoc per favorire la parità".
Infine Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico, ha
raccontato come anche "la tecnologia può rappresentare un
pregiudizio di genere. I sistemi di intelligenza artificiale
sono sviluppati al 90% da uomini e quindi possono essere
discriminatori, riconoscere la diversità è fondamentale". "Il
talento delle donne c'è sempre stato ma se questo non emerge noi
continueremo a pensare che uomini e donne hanno caratteristiche
diverse - ha concluso - e che quindi le donne non possono fare
ingegneria. Il cervello umano non è diverso tra uomo e donna".
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