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'Perfetti sconosciuti' in scena al Teatro Manzoni di Milano

'Perfetti sconosciuti' in scena al Teatro Manzoni di Milano

Amori e tradimenti sul palcoscenico attraverso lo smartphone

MILANO, 05 marzo 2024, 16:39

Redazione ANSA

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Amicizia, amore e tradimento sono gli ingredienti di "Perfetti Sconosciuti", adattamento teatrale dell'omonima commedia cinematografica, e che rappresenta l'esordio alla regia per Paolo Genovese, in cartellone al Teatro Manzoni di Milano dal 12 al 24 marzo prossimi.
    Le coppie protagoniste, interpretate da Dino Abbrescia (poi sostituito da Massimo De Lorenzo), Emmanuele Aita, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti e Astrid Meloni, partecipano a un gioco "kamikaze" che consiste nell'appoggiare il proprio cellulare sul tavolo, durante una cena, alla mercé di tutti gli altri. E' così che prende il via l'esplorazione delle tre vite di ciascuno di noi, quella pubblica, quella privata e quella segreta, attraverso una porticina grande quanto uno smartphone. C'è la coppia che in fondo si ama, quella tradita, quella stanca, fino a quel momento cristallizzate nella routine e protette dalla password del telefonino.
    "In teatro si ha una visione di insieme, si ride molto di più delle disgrazie che questi signori si sono procurati da soli - ha detto Paolo Calabresi, che interpreta Rocco, sposato con Eva, i padroni di casa- ilarità che si trasforma sul finale in risata amara, perché il pubblico si rende conto che su quella buccia di banana potrebbe scivolare chiunque". "Eva, donna in crisi, ingaggia il gioco per smascherare l'ipocrisia che la circonda - ha spiegato Astrid Meloni - gioco che le si ritorce contro svelando segreti difficili da sopportare".
    "Per questo spettacolo, mi ha aiutato pensare a cosa accade dopo - ha spiegato Dino Abbrescia - quando le coppie tornano a casa". Abbrescia interpreta Lele, sposato con Carlotta, Anna Ferzetti, "una coppia che ha smesso di parlarsi, ma che in fondo - ha detto lei - è una coppia buona".
    Tra i personaggi uno, Cosimo, spicca per il suo essere "politicamente scorretto", ma troverà la strada della comprensione, a differenza dell'omonimo cinematografico del 2016, per volere di Marco Bonini: "è un narcisista patologico, egoriferito, il cattivo - ha detto Bonini - che per scelta mia però alla fine capisce quanto il maschilismo anaffettivo abbia danneggiato i suoi affetti più cari, a partire dalla moglie Bianca".
   

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