Il superpotere della vulnerabilità
è al centro della grande mostra personale "I have lost and I
have been lost but for now I'm flying high" dell'ex leader dei
Rem Michael Stipe, che Fondazione ICA Milano presenta dal 12
dicembre al 16 marzo. Il progetto espositivo, curato da Alberto
Salvadori e pensato appositamente per Milano, ha il suo fulcro
nel ritratto, interpretato attraverso un ventaglio di linguaggi
espressivi che spaziano dalle fotografie alle copertine di
libri, dalle ceramiche alle sculture in gesso e inchiostro,
plastica e cemento, fino alle opere audio.
A partire dalla dimensione caotica che connota la
contemporaneità, la vulnerabilità diventa per Stipe - che
dovrebbe pubblicare nel 2024 il suo primo album solista - una
presenza da accogliere, custodire e impiegare come strumento per
trovare nuove strade da intraprendere. La potenza insita nella
vulnerabilità emerge in mostra dalla lettura e interpretazione
della poesia 'Desiderata' di Max Ehrmann (1927), che invita il
lettore a inventare una nuova calma, nata dall'accettazione
della propria fragilità. "La vulnerabilità - spiega Michael
Stipe nel booklet della mostra - diventa un superpotere in
questa dinamica. Una mappa che descrive le difficoltà del nostro
presente mettendo in luce nuove opportunità e una rinnovata
comprensione della nostra importanza, non solo per noi stessi,
ma anche per coloro che ci circondano, per le nostre comunità,
per il nostro mondo. In questo momento scelgo di concentrarmi
sul bene più prezioso, sulla brillantezza, sulla bellezza e
sulla giocosità della vita. Ho perso e mi sono perso ma per ora
sto volando alto".
La mostra è accompagnata da un libro edito da Damiani Books
intitolato 'Even the birds gave pause', quarto volume
fotografico dell'artista americano, che approfondisce
l'esplorazione della ritrattistica contemporanea avviata dalla
mostra.
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