"Non avevo mai dipinto in vita mia.
Il primo giorno di Laboratorio ho detto subito all'insegnante
che non sapevo fare niente.
Ma dopo aver realizzato il mio primo
quadro, le ho chiesto: ma l'ho fatto davvero io?". Questo il
potere dell'arte, nelle parole di uno dei giovani detenuti
dell'Istituto Penale per i minorenni (Ipm) di Milano Cesare
Beccaria, i cui quadri - frutto di un laboratorio organizzato
dalla fondazione Francesca Rava - sono oggi protagonisti della
mostra 'L'anima del colore' alla Basilica di San Celso di
Milano.
L'iniziativa, che gode del patrocinio della Camera Minorile
di Milano e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di
Comunità presso il Ministero di Giustizia, rientra nell'ambito
del progetto Palla al Centro nato nel 2020 da un accordo di
collaborazione con il Tribunale per i minori di Milano e con il
Centro per la Giustizia Minorile per la Lombardia. Il
laboratorio di arte è nato nel 2021, sotto la guida della
docente Albania Pereira: "Per i ragazzi detenuti - dice
l'insegnante - vivere la bellezza è di estrema importanza, dal
momento che la percezione dell'armonia provoca in loro emozioni
positive. Non è l'opera che conta, ma il processo che avviene
per la realizzazione della stessa". "Avvicinare i ragazzi
dell'Ipm all'arteterapia - aggiunge Mariavittoria Rava,
presidente Fondazione Francesca Rava - è fondamentale. Pennelli
e tele non sono solo strumenti d'arte, ma anche un modo concreto
per far intraprendere loro un percorso di rinascita, che passa
attraverso la conoscenza di sé e dei propri talenti, anche
tramite l'apertura al dialogo con un esterno popolato di modelli
positivi". "Può essere accaduta qualsiasi cosa nelle nostre
vite, ma quando la palla è al centro - sottolinea Francesca
Perrini, direttore del Centro per la Giustizia minorile per la
Lombardia - significa che si può ricominciare. Il laboratorio
d'arte incrocia questa dimensione: le opere d'arte sono pezzi
unici perché creati da ragazzi unici e in questa unicità
vorremmo riuscire ad agganciarli, sperando di costruire un ponte
verso quello che le loro vite saranno quando usciranno dal
Beccaria".
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