"Precise sentenze della
Magistratura su episodi precedenti, giustificavano un utilizzo
discrezionale dei fondi nell'ambito del vuoto legislativo che ha
preceduto la regolamentazione dei fondi dei gruppi da parte del
Senato stesso". Così gli avvocati Daniele Benedini e Giammarco
Brenelli, legali del senatore Paolo Romani, indagato dalla
Procura di Monza per peculato.
"In merito alle notizie pubblicate dalla Procura di Monza
circa un'ipotesi di reato a carico del senatore - sostengono i
difensori in una nota - circa l'utilizzo di fondi residui del
vecchio gruppo senatoriale di Forza Italia", nell'attività di
"gestione di tali fondi vi erano buoni motivi, con fondamento
nel diritto civile e nel diritto parlamentare". Secondo
consuetudini, hanno proseguito gli avvocati, "consolidate nella
prassi e nella giurisprudenza penale e civile, esattamente sul
tema, detti fondi non erano assoggettati a qualsivoglia
rendicontazione, che non era prevista né per legge e né per
regolamento". Romani, quindi, "se ha sbagliato a interpretare la
legge, i regolamenti, le prassi e la consuetudine restituirà
immediatamente tutti i fondi in discussione, poiché egli versava
nella più totale buona fede".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA