Con un abito appartenuto a Maria
Callas, prestato dalla collezione italiana My private Callas,
rimasto chiuso per oltre 60 anni e mai indossato da
nessun'altra, Monica Bellucci si trasforma nella celebre soprano
nella piece 'Maria Callas' che sarà in scena il 21 novembre al
teatro Manzoni di Milano.
"Questo vestito e la spettacolare trasformazione di Monica,
così come il gioco di luci e chiaroscuri, - spiega il regista
Tom Volf, cofondatore della Fondazione Maria Callas, autore di
un libro, una mostra e regista di un film sulla cantante lirica
- danno l'impressione di essere davvero nel salotto della
Callas, con il suo spirito che riappare per un breve tempo per
condividere, attraverso le parole proprie di Maria, un momento
di intimità con il suo pubblico".
Il racconto - basato sulle lettere della Callas - parte
dall'infanzia modesta a New York agli anni della guerra ad
Atene, dal debutto in sordina all'Opera fino alle vette di una
carriera segnata da scandali e passioni travolgenti. "Per la
prima volta - spiega il regista - è lei a raccontare la sua
storia, non più altri a parlare per suo conto. Ed è proprio
attraverso queste numerose lettere, indirizzate a persone a lei
vicine, alcune anonime, altre famose, che arriviamo a scoprire
una donna irriconoscibile e sconosciuta; forte e vulnerabile
allo stesso tempo; piena di ambizione e di sogni nei suoi anni
più giovani; piena di dubbi e di sofferenza nei suoi ultimi
anni".
Lo spettacolo è concepito in tre parti, seguendo la scansione
dei tre decenni attraversati dalla Callas: gli anni '50, le
prime esibizioni e il matrimonio con Meneghini; gli anni '60,
l'incontro con Onassis e la loro storia d'amore; gli anni '70, i
suoi ultimi anni, intrisi di nostalgia e solitudine.
Al centro della scena un divano, la riproduzione esatta di
quello che si trovava in Avenue Georges Mandel,
nell'appartamento di Parigi dove la Callas ha trascorso gli
ultimi 15 anni della sua vita. Accanto al divano, un grammofono.
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