"Mio zio è una delle vittime della pulizia etnica sul confine orientale, ma non era fascista, era comunista".
A raccontarlo, oggi, nel corso della cerimonia di commemorazione per le vittime delle foibe, a Milano, è stata una rappresentante dell'associazione 'Libero Comune di Pola in esilio', Lucia Bellaspiga.
"Continuano a darmi della 'fascista' perché sostengo la causa degli esuli istriano dalmati - dice Bellaspiga, inviata di Avvenire e spesso voce ufficiale dei parenti delle vittime - Affermazioni prive di senso e che fanno doppiamente male, basti pensare che mio zio portava un basco con la stella, era partigiano e lottava con i titini, eppure venne ucciso ugualmente perché italiano. Quella degli esuli fascisti è un vergognoso espediente revisionista, che si usi ancora nel 2020 e sconcertante".
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