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Da gol a panchina,ecco Inzaghi indiavolato

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Da gol a panchina,ecco Inzaghi indiavolato

Con giovanili un Viareggio e 3 espulsioni, in Oriente è un idolo

MILANO, 27 maggio 2014, 19:11

Redazione ANSA

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Calcio:da gol a panchina,ecco Inzaghi indiavolato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Calcio:da gol a panchina,ecco Inzaghi indiavolato - RIPRODUZIONE RISERVATA
Calcio:da gol a panchina,ecco Inzaghi indiavolato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ha scoperto che da allenatore si dorme molto meno nelle notti prima delle partite, ma per il resto in panchina è rimasto un "indiavolato" che vive di calcio come quando seminava il terrore nelle aree di rigore. Chi segue da vicino il lavoro di Pippo Inzaghi giura che è cambiato poco nel suo atteggiamento da quando due anni fa ha archiviato la ventennale carriera di giocatore per aprire quella di allenatore.

Un'avventura che, dopo una stagione alla guida degli Allievi Nazionali rossoneri e un'altra alla guida della Primavera, ora gli offre la chance clamorosa di allenare il Milan. Già quattro mesi fa l'ex attaccante di Parma, Atalanta, Juventus e Milan, 41 anni ad agosto, ha assaporato per una notte la possibilità della preziosa occasione, prima che il presidente Silvio Berlusconi decidesse di puntare su Clarence Seedorf per sostituire in corsa Massimiliano Allegri.

Dove l'ex centrocampista olandese non ha rispettato le attese presidenziali, conta di avere successo Inzaghi, oggi come a gennaio sostenuto apertamente dall'ad Adriano Galliani, che da subito ha pronosticato per lui "un grande futuro da allenatore" e ora più che mai è soddisfatto di aver bloccato il suo trasferimento sulla panchina del Sassuolo nei mesi scorsi. "Come allenatore ho dovuto ripartire da zero - ha spiegato in passato l'unico calciatore ad aver segnato in tutte le competizioni internazionali per club -, ma ho imparato a fare autocritica e a farmi aiutare dai miei collaboratori. Il mio primo obiettivo è rendermi credibile agli occhi dei ragazzi".

Con i suoi ragazzi si è reso credibile al di là degli oltre 300 gol in carriera e della collezione di trofei fra cui tre scudetti e due Champions, grazie anche al lavoro dei suoi preparatissimi assistenti Stefano Nava (in odore di promozione in prima squadra) e Fulvio Fiorin. Inzaghi ha scelto per le sue squadre il 4-3-3 o il 4-3-1-2, adottando la stessa cura dei dettagli con cui studiava i difensori quando giocava. Lo sanno bene i Primavera a cui ha fatto studiare ogni errore nel 2-6 incassato dal Barcellona nella Uefa Youth League, riuscendo poi ad andare a un passo dalla vittoria nel ritorno in Spagna.

   Campione del mondo 2006 con fama di playboy e di maniaco della linea (non poteva prescindere da bresaola e plasmon), osannato in Cina e Giappone (questo non guasta per i progetti commerciali del club), Inzaghi ha spiegato di aver imparato molto da alcuni dei suoi allenatori, Gigi Cagni, Bortolo Mutti, Emiliano Mondonico e Carlo Ancelotti, che lo ha definito il proprio erede. Un'investitura pesante per il piacentino, che ha mostrato di avere potenzialità guidando a febbraio la Primavera rossonera alla vittoria nel Torneo di Viareggio.

  In questi due anni Inzaghi ha fatto parlare di sé anche per tre espulsioni, e per il litigio con Allegri a settembre 2012, poi chiuso con la pace in tv imposta da Galliani. Forse già all'epoca l'ex attaccante sognava la panchina del Milan e, rimasto in agguato come quando danzava sulla linea del fuorigioco, ora per sfruttare al meglio l'assist dovrà dimostrare di non aver perso il suo killer instinct.

   

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