Il Carlo Felice vanta una realtà
produttiva fra le più alte a livello nazionale in rapporto
all'organico e, nello stesso, tempo, si trova ai posti più bassi
nella classifica delle retribuzioni medie dei dipendenti, mentre
i vertici della Fondazione vantano gli stipendi fra i più alti
d'Italia. Questo il quadro denunciato da un documento diffuso
dalle due sigle sindacali Slc-Cgil e Snater. Alla base della
nuova contestazione ai vertici c'è la stagnazione degli accordi
retributivi. La richiesta del welfare aziendale formulata dalle
organizzazioni sindacali è stata rigettata.
I sindacati ribattono evidenziando alcuni aspetti. La
retribuzione complessiva media per i dipendenti del Carlo Felice
è di circa 27.500 euro contro i 35.400 di Bologna, i 32.500 di
Cagliari, i 42.900 di Napoli e i 38.300 di Venezia. I sindacati,
inoltre, sottolineano che a una maggiore produzione corrisponde
un minor numero di lavoratori impiegati: "Se si prende ad
esempio il numero di artisti del Coro utilizzati in questa
stagione lirico-sinfonica paragonati a quelli impiegati nelle
stesse opere nel periodo 2013-2019 abbiamo anche 12 unità a meno
a titolo". A proposito del numero di spettacoli si può tra
l'altro osservare che dopo il Covid c'è stata una contrazione
delle aperture di sipario che non ha più riportato il teatro ai
numeri precedenti. Se si prende la stagione 2018-2019 si erano
registrate 64 recite fra opere e balletti, numero ben più alto
del cartellone in corso (47 recite fra opere e balletti). Al
centro di qualche contestazione anche il compenso del
sovrintendente emerso dal bilancio consuntivo del 2023, passato
da 176.927 euro del 2022 a 210.283 euro del 2023: "La
retribuzione del Sovrintendente - si legge nella nota alla
tabella - è rimasta invariata nel 2023 per quanto attiene la
parte ordinaria. La differenza è sostanzialmente ascrivibile
alla mancata imputazione nel 2022 delle ferie non godute per una
non corretta trasmissione del dato. La relativa sopravvenienza
passiva è stata imputata a costo nel 2023".
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