Dietro l'organizzazione che
truffava anziani in tutta Italia, sgominata dai carabinieri del
comando provinciale di Genova, ci sarebbe l'ombra della camorra.
E' quanto ipotizzano gli investigatori, coordinati dai pubblici
ministeri Luca Monteverde e Luca Scorza Azzarà, che sabato hanno
arrestato 21 persone. Tra le persone finite in carcere i
fratelli Alberto e Marco Macor. Il primo sarebbe il capo
dell'organizzazione mentre il secondo era diventato famoso per
avere recitato nel film Gomorra di Matteo Garrone, tratto dal
libro di Roberto Saviano. I due sono cugini di Giuseppe Macor,
famiglia nota nel quartiere Forcella e che starebbe prendendo il
posto dei Giuliano e Mazzarella. Il clan Macor aveva anche
occupato a Napoli una chiesa abbandonata del '500 da cui era
stata sfrattata soltanto nei mesi scorsi.
Gli inquirenti genovesi ipotizzano che l'organizzazione che
si occupava delle truffe versava una sorta di pizzo alla
famiglia Macor. I colpi ai danni degli anziani avrebbero portato
al gruppo 700 mila euro in due anni. Una quantità di soldi
troppo grande per non finire, in parte, anche nelle tasche di un
clan.
A corroborare l'ipotesi investigativa anche alcune
intercettazioni. In una delle conversazioni captate uno dei
Macor racconta di avere chiesto l'autorizzazione "a Peppe 'o
cinese per una stesa bianca per lavare un'offesa". La stesa
bianca è un raid con ragazzi che sfrecciano a bordo di motorini
mostrando le armi per dimostrare la potenza di fuoco del gruppo.
Nella retata di sabato, i carabinieri hanno sequestrato a
Marco Macor una Beretta con matricola abrasa e diversi
proiettili. "E' per uso personale" ha provato a giustificarsi
l'ex attore. A casa del fratello Alberto i militari hanno
trovato 30 mila euro nascosti dentro le gambe del tavolo da
cucina. Un nascondiglio che anche la sorella del boss Matteo
Messina Denaro aveva usato per occultare i pizzini che la
primula rossa le faceva recapitare dalla sua latitanza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA