Il ruolo della follia nell'arte: un'analisi delle opere di artisti come Vincent van Gogh, Hölderlin, Antonio Ligabue e la poetessa Alda Merini, il cui stato mentale ha influenzato la creazione di alcune delle più potenti immagini dell'arte moderna.
L'inconsueta indagine è realizzata da Simona Manganaro e pubblicata nella collana Fuori Orario della casa editrice Jouvence.
Il libro "Arte e follia" esamina come la società abbia spesso
idealizzato l'associazione tra pazzia e genialità, ignorando il
dolore e l'isolamento che accompagnano queste condizioni.
L'opera, arricchita da una prefazione di Paolo d'Angelo, vede la
scrittrice, filosofa e fotografa genovese impegnarsi in una
profonda esplorazione delle molteplici sfaccettature del
rapporto tra follia e creatività artistica.
Esaminando varie rappresentazioni della follia in pittura e
letteratura, Manganaro illustra come "i diversi stati di disagio
mentale siano stati utilizzati per esplorare temi universali
come l'amore, la morte e la ricerca del senso della vita, e come
queste rappresentazioni abbiano generato un'idea polarizzata
della malattia mentale, vista ora come demoniaca, ora come
santificata. Sfuggendo alle convenzioni comuni che legano follia
e creatività, l'autrice riconsidera il ruolo catalizzatore del
disagio mentale nell'arte, invitando il lettore a considerare il
complesso intreccio di fattori ed esperienze umane alla base di
ogni espressione artistica. Attraverso un'analisi che spazia da
Friedrich Hölderlin a Karl Jaspers e include le riflessioni di
numerosi poeti, artisti, filosofi e psicoanalisti, "Arte e
follia" invita ad esplorare le numerose connessioni tra arte,
psicologia e società.
La presentazione del libro avrà luogo il 2 giugno nella
libreria Spazio Sette, in Via dei Barbieri 7 a Roma, alle 17:00.
Durante l'evento, Simona Manganaro leggerà alcuni estratti del
libro, accompagnata da Luciano Roffi, noto attore e doppiatore,
e dal compositore Giancarlo Russo al pianoforte.
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