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Pm, chi si occupò del rinforzo Morandi responsabile di sicurezza

Pm, chi si occupò del rinforzo Morandi responsabile di sicurezza

Processo ponte, si aggravano alcune posizioni

GENOVA, 26 gennaio 2024, 16:00

Redazione ANSA

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Tutti quelli che hanno avuto a che fare con il progetto di retrofitting, il lavoro di rinforzo delle pile 9 e 10 del ponte Morandi, hanno "la responsabilità sulla sicurezza dell'opera e di chi la usa anche allo stato attuale, cioè precedentemente alla realizzazione dei lavori, al fine di prevenire disastri". E' quanto scrivono i pubblici ministeri Marco Airoldi, Walter Cotugno e Massimo Terrile, nella memoria di 50 pagine depositata nei giorni scorsi al processo per il crollo (14 agosto 2018, 43 vittime). Si aggravano così le posizioni dei progettisti, dei responsabili del progetto stesso di Aspi, ma anche i funzionari della Divisione 4 del Mit e del Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato.
    Nella memoria i pm fanno riferimento a una serie di norme: dal testo unico edilizio del 2001, alle norme tecniche sulle costruzioni, passando dalle disposizioni interne ad Aspi. La sicurezza, è il ragionamento dell'accusa, è "inscidibilmente collegata alla progettazione stessa e ne costituisce un presupposto rilevante". I progettisti del retrofitting avrebbero dovuto "assicurare la perfetta stabilità e sicurezza ed evitare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità e coloro che dovevano effettuare i vari controlli tecnici sul progetto, dovevano gestire la medesima area di rischio".
    Nella memoria c'è poi un paragrafo dedicato a ciò che si sarebbe potuto fare per evitare la tragedia: "riduzione dell'uso della struttura e/o della realizzazione di lavori finalizzati all'aumento delle capacità statiche della struttura". In pratica si sarebbe dovuto chiudere il ponte o limitare il passaggio.
    Cosa che invece non venne mai fatta.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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