"L'incredibile sentenza assolutoria emessa oggi dal Tribunale di Savona nei confronti di tutti gli imputati del processo Tirreno Power potrebbe essere letta come una licenza di inquinare per tutte quelle che imprese che lavorano e bruciano il carbone e/o altri combustibili". Lo ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, parte civile nel processo, assistita dall'avvocata Laura Mara, insieme ad un'altra decina di associazioni e allo stesso Ministero della Salute e dell'Ambiente.
"A nulla sono valse - ha aggiunto Laura Mara - le ponderose consulenze di esperti come Bruno Thieme e Celestino Panizza per Medicina Democratica e quelle dei consulenti del pm Franceschi e Crosignani, circa il disastro ambientale provocato dalla combustione del carbone e dalle polveri rilasciate dai carbonili, a bocca di abitazioni". Fra tutti gli studi epidemiologici se ne cita uno in particolare, "quello del Cnr di Pisa, che ha attestato un netto aumento della mortalità nell'area con oltre il 40 per cento in più rispetto alla media e con un aumento considerevole di patologie cardiovascolari".
La Procura durante l'inchiesta aveva evidenziato che erano collegati all'inquinamento almeno 400 morti.
"Questa vicenda giudiziaria - ha detto Marco Caldiroli - grazie alle denunce e alla mobilitazione popolare di oltre 10 anni fa, ha tuttavia permesso e velocizzato la chiusura delle sezioni a carbone della Centrale di Vado Ligure. Un risultato raggiunto insieme a cittadini e altre associazioni nate a tutela della salute pubblica, un percorso che ha trovato in un procuratore attento come il dr. Granero la possibilità di avviare un procedimento penale, sequestrare gli impianti e porre un termine alle emissioni tossiche di una centrale che aveva già causato troppi danni".
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