Non ci sarà nessun rito abbreviato
per Evaristo Scalco, il maestro d'ascia che la notte tra l'1 e
il 2 novembre 2022 ha ucciso con una freccia Javier Alfredo
Miranda Romero. Lo ha deciso il giudice Alberto Lippini che ha
rigettato l'istanza avanzata dagli avvocati Jacopo Pensa e
Federico Papa.
La richiesta non è stata accolta perché il pubblico ministero
Arianna Ciavattini ha contestato l'aggravante dei futili motivi
e l'odio razziale. I due legali hanno provato a sostenere che
non ci fosse l'aggravante dei futili motivi perché a loro dire
Scalco avrebbe risposto a una provocazione della vittima. Per il
giudice la reazione dell'artigiano è stata "spropositata" al
punto che, allo stato delle cose, la configurazione del reato da
parte del pm è condivisibile. Il processo davanti alla corte
d'assise inizierà il prossimo 13 ottobre.
Romero, quella notte, era uscito a festeggiare con un amico
la nascita del figlio. I due si erano messi sotto la finestra di
Scalco. L'artigiano si era affacciato e li aveva mal apostrofati
("andate via negri di m...") perché a suo dire facevano baccano
e avevano orinato contro il muro. I due amici gli avevano
risposto mostrando il dito medio e allora l'artigiano aveva
preso l'arco e aveva montato la punta più letale che aveva in
casa colpendo Romero.
Scalco era sceso in strada e aveva provato a estrarre il
dardo. La vittima era arrivata in condizioni disperate in
ospedale dove era poi morto. Il maestro d'ascia era stato
scarcerato e aveva ottenuto gli arresti domiciliari. L'uomo
aveva mandato una lettera di scuse alla moglie della vittima e
versato 10 mila euro come primo risarcimento.
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