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Svolta in cold case svedese, arrestato "Sono innocente"

Svolta in cold case svedese, arrestato "Sono innocente"

Procura Imperia: "Ci sono prove schiaccianti"

GENOVA, 19 giugno 2023, 12:36

Redazione ANSA

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Tribunale Imperia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tribunale Imperia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tribunale Imperia - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' stato fissato per domani mattina alle 10 in Procura ad Imperia l'interrogatorio di Salvatore Aldobrandi, il pizzaiolo di 73 anni accusato dagli inquirenti di aver ucciso, nel 1995 in Svezia, Sargonia Dankha, 21enne di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla da Linköping nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995. Finito in carcere in Svezia con la stessa accusa, Aldobrandi era stato rilasciato nel gennaio del 1996 e, da quel momento, aveva lasciato il Paese dove gestiva un ristorante per trasferirsi a Sanremo. E' qui, che dopo 28 anni dal presunto omicidio, lo hanno rintracciato gli inquirenti italiani. Sabato mattina, su ordine della Procura, l'uomo è stato portato nel carcere di Valle Armea, a Sanremo. L'uomo, che all'epoca dei fatti aveva 45 anni e intratteneva una relazione altalenante con la giovane svedese, comparirà davanti ai magistrati accompagnato dal suo legale, l'avvocato Andrea Rovere, che stamane si è recato in carcere per un colloquio con il suo assistito. "Al momento - ha detto Rovere - Aldobrandi non dice nulla sui fatti per i quali è accusato".

   LA STORIA

Si fa chiamare Samuele e lavorava ancora, nonostante i 73 anni e problemi cardiaci, come pizzaiolo a Sanremo, Salvatore Aldobrandi l'uomo arrestato e portato in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e la soppressione di cadavere di Sargonia Dankha, 21enne irachena, naturalizzata svedese, sparita il 13 novembre 1995 a Linkoping. La svolta a questo cold case l'ha impressa la Procura d'Imperia con il procuratore capo Alberto Lari e i sostituti Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi. L'uomo è in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Quando ha ricevuto la 'visita' degli uomini della polizia giudiziaria ha detto loro: "Me lo aspettavo, ma sono innocente".
    Aldobrandi, origini calabresi, si era trasferito a Sanremo nel gennaio 1996, dopo alcuni mesi trascorsi in carcere in Svezia, dove era stato accusato di aver ucciso la giovane compagna dell'epoca, ma dove non venne processato perché in Svezia in assenza di cadavere non si pùò arrivare a giudizio. Ma la tenacia della famiglia, che si è affidata a un legale milanese, ha fatto riparire il caso in Italia e dopo mesi di indagini la procura di Imperia è arrivata a una svolta. L'uomo ha nominato un difensore di fiducia, l'avvocato Andrea Rovere: il legale che non conosce Aldobrandi lo incontrerà domani.
    Il pizzaiolo italiano allora aveva 45 anni ed aveva una relazione con la ragazza che voleva rompere quel rapporto. Per il sostituto Marrali siamo in presenza di "un femminicidio ante litteram". Ad essere convinti che ad aver ucciso Sargonia Dankha fosse stato il fidanzato, erano convinti non solo gli investigatori svedesi, ma anche il fratello della ragazza, che nel dicembre 2016, nel corso di una trasmissione televisiva sul caso trasmessa in Svezia, aveva dichiarato di essere "molto deluso. Non capisco, con tutte le prove che ci sono, come si possa lasciare libera quella persona". Nella stessa trasmissione, anche il capo della sezione investigativa della polizia del posto, Jan Staaf, aveva detto: "Sappiamo che quella era la strada giusta". Negli anni la famiglia anche con l'aiuto di un investigatore ha continuato a cercare nuovi indizi per incastrare l'ex compagno, che all'epoca gestiva un ristorante proprio a Linköping. Nel corso delle indagini, i poliziotti svedesi trovarono anche sangue e capelli della donna nel bagagliaio di una Ford Escort rossa in uso a Aldobrandi.
    Nel 2002, i detective svedesi annunciarono che, secondo quanto emerso dalle indagini, il presunto assassino aveva dei complici, persone che lo hanno aiutato a far sparire il copro, molto probabilmente in una discarica.
    Ora la procura d'Imperia dice "le prove contro Aldobrandi sono schiaccianti".
   

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