L'orazione finale per le
manifestazioni genovesi del 25 Aprile è stata affidata all'ex
procuratore capo di Genova il magistrato Francesco Cozzi. Cozzi
durante il suo discorso, numerosi gli applausi di una piazza
gremita, ha sottolineato come la lotta non fu solo dei
partigiani ma "ci fu un esercito di popolo che seppe rialzarsi
dal baratro e dare dignità all'Italia, una mobilitazione
diffusa, che poté contare sul sostegno di tante persone. Il
desiderio di libertà unificò i partiti antifascisti: una certa
visione agiografica identificò la Resistenza con la sola lotta
dei partigiani, ma vi fu una pluralità di soggetti e motivazioni
a lottare per la libertà".
Ricordando soprattutto l'impegno delle donne "che entrarono a
pieno titolo nella vita pubblica, 35mila partigiane". Ma anche i
2568 caduti durante la guerra di liberazione e l'impegno dei
militari ed in particolare dei " 2000 carabinieri che il sette
ottobre vennero disarmati per ordine del ministro Graziani e poi
deportati dai tedeschi nei campi in Germani, Polonia e Austria e
oltre 500 non tornarono".
"Senza la lotta di Liberazione gli italiani non avrebbero
potuto scegliere tra monarchia e repubblica o scrivere la
propria Costituzione, la legge delle leggi, in cui sono iscritti
i diritti e i doveri di ciascuno. Una legge che si fonda sulla
solidarietà e sulla libertà - ha aggiunto Cozzi- . E che esprime
in tutte le sue parti principi e valori opposti alla cultura
fascista: il metodo democratico, il rispetto della dignità
umana, la tutela delle minoranze sono opposti al fascismo. È una
pagina da coltivare con orgoglio, senza puerili interpretazioni
di parte o grottesche prese di posizione fuori dalla storia e
fuori dalla Costituzione".
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