La procura di Genova ha indagato
due sindacalisti e altre due persone, accusate di avere
falsificato il testamento di una benestante signora genovese per
impossessarsi dei suoi immobili e soldi, destinati ai parenti e
all'istituto religioso Don Orione. Il pubblico ministero
Patrizia Petruzziello ha iscritto nel registro degli indagati
Pasquina Risso, sindacalista dello Snalp, Gerolamo Burlando
della Confael, Franco Giuseppe Giovannoni autista dell'anziana e
Daniel David Cortella, già nei guai nel 2014 per finti
finanziamenti. I quattro sono difesi dagli avvocati Maurizio
Porretti Massucco, Carlo Contu, Alberto Figone e Roberto
Fontana.
La vicenda risale al 2019, quando la signora Vera Durazzano
muore a quasi 100 anni. La donna, nel 2007, aveva fatto un
testamento nel quale indicava il Don Orione come erede
universale e disposto alcuni legati in favore di diversi
parenti. Il patrimonio consisteva in tre appartamenti tra Albaro
e Quarto; oltre 100 mila euro nei conti correnti, titoli
obbligazionari, il contenuto di una cassetta di sicurezza, una
Bmw e i mobili antichi.
Dopo alcuni mesi dalla morte dell'anziana i parenti e il Don
Orione scoprono che vi sarebbe un altro testamento in cui viene
dichiarato erede universale il sindacato Snalp Regione Liguria e
fatto un legato a Pasquina Risso di tutti i beni. Si scopre che
l'anziana e la sindacalista non si erano mai conosciute e che il
testamento è falso, come emerso da una perizia grafologica.
Sempre i parenti scoprono da varie visure camerali che la
Risso avrebbe ricevuto altri beni immobili grazie ad altri
testamenti. L'autista ha poi spiegato ai parenti di essere
andato nel 2019 in una finanziaria in corso Italia, sede anche
del sindacato Snalp Regionale Liguria, per avere un
finanziamento: per le pratiche aveva conosciuto Daniel Cortella
il quale, nel corso degli incontri, si era interessato al
patrimonio della signora Durazzano. Cortella gli avrebbe poi
proposto di scrivere un falso testamento a suo favore e dividere
tutto. La proposta sarebbe stata respinta e il finanziamento non
erogato. Il pubblico ministero Petruzziello ha chiesto e
ottenuto il sequestro preventivo di tutti i beni, sequestro poi
confermato anche dal Riesame.
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