Il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Genova Marco Zocco ha chiesto 20 anni di carcere per Domenico Pellegrino, 25 anni, accusato di omicidio volontario con l'aggravante del metodo mafioso, di Joseph Fedele, 60 anni, pregiudicato per reati di stupefacenti.
Il corpo della vittima fu trovato, il 21 ottobre 2020, in una scarpata di frazione Calvo, a Ventimiglia.
L'udienza del processo con rito abbreviato si è svolta
davanti al gup Cinzia Perroni di Genova. L'aggravante della
matrice mafiosa deriva dalla ricostruzione dell'omicidio in sede
di autopsia da parte del medico legale Luca Tajana secondo cui
Fedele venne ucciso con due colpi di pistola di calibro diverso
alla fronte e alla nuca. Da qui il pm nel ricostruire
l'omicidio, per il quale Pellegrino è reo confesso, ha parlato
di esecuzione mafiosa, affermando che la vittima è stata fatta
inginocchiare e uccisa da due persone, una delle quali tuttora
ricercata.
Di parere diverso la difesa, sostenuta dall'avvocato Luca
Ritzu, secondo cui l'omicidio sarebbe avvenuto all'interno del
furgone dove sarebbe scoppiata una lite per la compravendita di
un'auto. Secondo l'allora ricostruzione dell'imputato, Fedele
avrebbe estratto una pistola e Pellegrino sarebbe riuscito a
disarmarlo e a sparargli. A riprova che il furgone potrebbe
essere stato il luogo del delitto ci sono gli accertamenti dei
carabinieri del Ris, unitamente a una perizia di parte della
difesa, dai quali si evince la presenza di polvere da sparo e
tracce ematiche della vittima nel mezzo. La prossima udienza
sarà l'8 marzo.
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