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Cadavere in bosco spezzino: famiglia, ora vogliamo la verità

Cadavere in bosco spezzino

Cadavere in bosco spezzino: famiglia, ora vogliamo la verità

SULMONA (L'AQUILA), 22 ottobre 2015, 17:26

Redazione ANSA

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"Ora vogliamo sapere la verità, cos'è successo e chi lo ha ucciso": dopo la risposta dell'esame del Dna che ha appurato essere di suo figlio il corpo trovato in un bosco ad Arcola, in provincia di La Spezia, la madre di Giuseppe Colabrese parla tramite l'avvocato della famiglia, Federica Benguardato. Annarita Grossi aveva sperato fino a ieri di poter riabbracciare il figlio 27enne, partito dall'Abruzzo per una vacanza in Liguria e di cui si erano perse le tracce a fine agosto. Sulla morte del giovane la Procura del tribunale di La Spezia ha aperto un fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza l'omicidio volontario. Non si esclude che nei prossimi giorni possa essere contestato anche il reato di occultamento di cadavere, viste le modalità del ritrovamento. In precedenza la Procura di Sulmona aveva aperto un'inchiesta per violenza privata, dopo che i genitori avevano denunciato la scomparsa di Giuseppe dal 31 agosto. Secondo il legale della famiglia ci sono troppi lati oscuri nella storia, dall'improvvisa scomparsa alle modalità con cui è stato ritrovato il corpo, del tutto casualmente, in un bosco popolato da cinghiali. "Lui che non amava fare passeggiate solitarie e che aveva paura degli animali - sottolinea l'avvocato Benguardato, presidente della sezione abruzzese dell'associazione Penelope che si occupa di dare assistenza alle famiglie delle persone scomparse - E poi perché indossava scarpe nuove, appena comprate? E i pantaloni corti in un posto così impervio? Quesiti ai quali la famiglia vuole risposte".
   

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