Non solo l'Atlante Farnese, anche
Forme uniche di continuità nello spazio, l'opera simbolo del
Futurismo italiano, realizzata da Umberto Boccioni sarà all'Expo
di Osaka in mostra al padiglione dell'Italia. La scultura, di
recente esposta per soli 18 giorni alla Galleria Nazionale
d'Arte Moderna per la mostra Il tempo del Futurismo, è invece
volata di Giappone dove prenderà parte all'Esposizione insieme
ad altre opere d'arte italiane. "L'organizzazione della
Farnesina e il commissario generale Mario Vattani l'hanno voluta
per metterla come simbolo italiano, come ambasciatrice della
cultura dell'Italia nel mondo" dice il proprietario dell'iconica
scultura Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona. Lo stesso che, dopo
infinite polemiche con la Gnam, aveva invece ritirato l'opera
dalla mostra Il tempo del Futurismo dopo pochi giorni in cui era
rimasta in esposizione, al culmine di un'aspra contesa con la
direzione della Galleria.
Al centro della disputa tra la Gnam e il collezionista era stata
la didascalia usata in mostra per descrivere l'opera
("Surmoulage (riproduzione) del 2011 di Forme uniche della
continuità nello spazio di Umberto Boccioni") definita da
Bilotti "antiscientifica, antistorica e antidocumentale" e
sostanzialmente foriera di una "svalutazione del valore
intrinseco dell'opera" al punto di poter determinare, aveva
protestato il collezionista, anche un danno erariale. Alla fine
il collezionista aveva ritirato l'opera lamentando l'assenza di
garanzia da parte della Galleria sulle condizioni di sicurezza
necessarie a tutelare l'opera.
Quanto ad Osaka l'opera d'arte simbolo dell'Italia a Expo 2025
sarà l'Atlante Farnese, l'imponente scultura in marmo del II
secolo dopo Cristo, per la prima volta in Giappone.
Forme uniche di continuità nello spazio di Boccioni posseduta
da Bilotti è invece già stata in Giappone ed in particolare ad
Osaka nel 2022 presso il Nakanoshima Museum of Art per una
conferenza organizzata dal Consolato Generale d'Italia
intitolata Il Movimento Futurista in Italia. Storia di un
capolavoro di Umberto Boccioni.
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