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Studenti davanti al ministero 'alternanza pericolosa'

Studenti davanti al ministero 'alternanza pericolosa'

'Valditara la abolisca e si ripensi il rapporto scuola-lavoro'

ROMA, 28 febbraio 2025, 17:36

Redazione ANSA

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Oggi pomeriggio la Rete degli Studenti Medi era in presidio a Roma sotto al Ministero dell'Istruzione in seguito all'incidente avvenuto ieri a Rieti, dove uno studente ha rischiato di perdere il braccio durante un percorso di Pcto.
    "Stamattina ci siamo mobilitati nelle scuole di tutto il Paese, e questo pomeriggio a Trastevere, sotto gli occhi del Ministro Valditara" dichiara Paolo Notarnicola, Coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi "Oggi siamo in presidio perché è inaccettabile che a 16 anni si rischi la vita durante pcto non retribuiti e senza tutele. Quello che è successo ieri è gravissimo, ma non è la prima volta. Negli scorsi anni sono morti più studenti durante percorsi di alternanza scuola-lavoro, e ci preoccupa che al Ministro Valditara questo sembri non interessare.
    Il mondo del lavoro ci consegna immagini di sfruttamento, precariato e morte, non possiamo accettare che si riproducano anche all'interno degli spazi scolastici. Per questo continueremo a lottare sostenendo i 5 sì ai referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, la precarietà e lo sfruttamento devono cessare anche fuori dalla scuola.
    Chiediamo interventi strutturali, l'abolizione di questo modello di Pcto e la costruzione di un nuovo rapporto tra la scuola e il lavoro", dicono i ragazzi.
    Gli studenti sulle scalinate del Miur espongono uno striscione con scritto "Non è scuola, non è lavoro. Fermate la strage", cospargono un cartonato del ministro Valditara con impronte rosse a simboleggiare il sangue del ragazzo ferito.
    "Siamo stanchi di vedere i nostri compagni di classe rimanere feriti o addirittura morire. La scuola dovrebbe educare alla sicurezza, non mettere in pericolo gli studenti. Il ministero è complice e ha le mani sporche di sangue dei ragazzi uccisi e feriti in pcto.
    Lo ribadiamo con forza: quando si muore, ci si fa male o si è sfruttati, non è scuola, non è lavoro" spiega infine Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio.
   

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