L'ex carcere borbonico di Santo
Stefano, sull'omonima isola del comune di Ventotene (Latina),
chiuso nel 1965, diventerà un museo, con spazi dedicati anche ad
attività culturali e didattico-formative. Il progetto, cui
contribuirà il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria
(Dap), prevede uno stanziamento di 70 milioni di euro. Dopo le
difficoltà legate alla pandemia, il progetto di recupero e
valorizzazione, firmato nel 2017, è finalmente entrato in una
fase concreta grazie al coordinamento del sottosegretario di
Stato alla Presidenza del consiglio Alfredo Mantovano.
Tra gli obiettivi del progetto, che prevede la creazione di
una Scuola di alta formazione, anche quello di restituire alla
memoria collettiva l'evoluzione della cultura carceraria e della
concezione della pena, in uno fra i primi edifici carcerari al
mondo ad essere stati costruiti secondo i principi del
Panopticon enunciati dal filosofo inglese Jeremy Bentham. La
struttura fu edificata alla fine del 700 con l'impiego di
detenuti deportati. Nel perimetro interno a ferro di cavallo
affacciavano 99 celle di circa 16 mq ciascuna, dislocate su tre
piani o sezioni identificate come inferno (celle al piano terra,
senza feritoie), purgatorio e paradiso (al terzo piano, con una
piccola feritoia da cui vedere un pezzetto di cielo). Le celle
guardavano all'interno e il mare non era visibile da nessuna di
queste.
"Il contributo del Dap riguarderà diversi aspetti", ha
spiegato il Capo del Dap facente funzioni Lina Di Domenico "fra
questi, l'acquisizione di contenuti artistici realizzati da
persone in esecuzione penale da esporre nel Museo che sarà
costruito presso il carcere borbonico". "Questo accordo cade
nel 50° anniversario della riforma dell'Ordinamento
Penitenziario, che proprio a Santo Stefano-Ventotene, alla metà
degli anni '50, fu anticipata dall'avvio di una illuminata
sperimentazione sul recupero delle persone detenute da parte del
direttore Eugenio Perucatti, animato dall'intento di perseguire
gli obiettivi del terzo comma dell'art. 27 della Costituzione".
L'accordo per il recupero dell'ex carcere è stato
sottoscritto dal ministero della Giustizia, oltre alla
Presidenza del consiglio, il ministero della Cultura, il
ministero della Sicurezza energetica, la Regione Lazio, il
Comune di Ventotene, l'Area marina protetta/riserva naturale
statale e l'Agenzia del demanio.
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