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Ex carcere borbonico di Santo Stefano diventa un museo

Ex carcere borbonico di Santo Stefano diventa un museo

Ospiterà anche spazi culturali e una scuola di Alta formazione

ROMA, 28 gennaio 2025, 10:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ex carcere borbonico di Santo Stefano, sull'omonima isola del comune di Ventotene (Latina), chiuso nel 1965, diventerà un museo, con spazi dedicati anche ad attività culturali e didattico-formative. Il progetto, cui contribuirà il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), prevede uno stanziamento di 70 milioni di euro. Dopo le difficoltà legate alla pandemia, il progetto di recupero e valorizzazione, firmato nel 2017, è finalmente entrato in una fase concreta grazie al coordinamento del sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio Alfredo Mantovano.
    Tra gli obiettivi del progetto, che prevede la creazione di una Scuola di alta formazione, anche quello di restituire alla memoria collettiva l'evoluzione della cultura carceraria e della concezione della pena, in uno fra i primi edifici carcerari al mondo ad essere stati costruiti secondo i principi del Panopticon enunciati dal filosofo inglese Jeremy Bentham. La struttura fu edificata alla fine del 700 con l'impiego di detenuti deportati. Nel perimetro interno a ferro di cavallo affacciavano 99 celle di circa 16 mq ciascuna, dislocate su tre piani o sezioni identificate come inferno (celle al piano terra, senza feritoie), purgatorio e paradiso (al terzo piano, con una piccola feritoia da cui vedere un pezzetto di cielo). Le celle guardavano all'interno e il mare non era visibile da nessuna di queste.
    "Il contributo del Dap riguarderà diversi aspetti", ha spiegato il Capo del Dap facente funzioni Lina Di Domenico "fra questi, l'acquisizione di contenuti artistici realizzati da persone in esecuzione penale da esporre nel Museo che sarà costruito presso il carcere borbonico". "Questo accordo cade nel 50° anniversario della riforma dell'Ordinamento Penitenziario, che proprio a Santo Stefano-Ventotene, alla metà degli anni '50, fu anticipata dall'avvio di una illuminata sperimentazione sul recupero delle persone detenute da parte del direttore Eugenio Perucatti, animato dall'intento di perseguire gli obiettivi del terzo comma dell'art. 27 della Costituzione".
    L'accordo per il recupero dell'ex carcere è stato sottoscritto dal ministero della Giustizia, oltre alla Presidenza del consiglio, il ministero della Cultura, il ministero della Sicurezza energetica, la Regione Lazio, il Comune di Ventotene, l'Area marina protetta/riserva naturale statale e l'Agenzia del demanio.
   

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