Vittorio Cecchi Gori sarà dimesso nel corso della giornata dell'1 febbraio dal Policlinico Gemelli di Roma, dov'era stato ricoverato il 19 gennaio per una polmonite.
"Ho solo una polmonite, niente Covid che in realtà ho già avuto e ne sono guarito" aveva chiarito al telefono con voce squillante, lo stesso Cecchi Gori.
"Sono sereno: il fatto
è che a 80 anni ci si indebolisce, mi danno l'ossigeno, ma
niente Covid".
La notizia delle dimissioni arriva dall'ex portavoce del
produttore cinematografico ed ex patron della fiorentina, 79
anni, da marzo 2020 agli arresti domiciliari che sta scontando
nella sua casa del quartiere Parioli a Roma. Dopo la condanna
definitiva in Cassazione a 5 anni e mezzo di reclusione per il
fallimento della Safin Cinematografica, vicenda per cui aveva
già trascorso quattro mesi agli arresti nel 2008, a febbraio
2020 per Cecchi Gori era arrivato, su disposizione della procura
generale di Roma, un ordine di carcerazione per scontare un
cumulo di pena di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni relativi sia al
crac Safin e che a quello relativo alla Fiorentina. Il 7 marzo
il giudice aveva poi disposto per il produttore i domiciliari,
anche per i rischi legati all'emergenza coronavirus.
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