Rinviato a giudizio per tutti i capi d'imputazione che sono stati contestati dalla procura di Perugia l'ex consigliere del Csm Luca Palamara, accusato di corruzione per i suoi rapporti con l'imprenditore Fabrizio Centofanti.
La decisione è stata presa dal gup di Perugia.
Il gup di Perugia ha anche rinviato a giudizio per concorso in
corruzione per un atto d'ufficio Adele Attisani. Considerata
dall'accusa "istigatrice" delle presunte condotte illecite di
Palamara. Il processo a lei e all'ex magistrato comincerà il 15
novembre prossimo davanti al primo collegio del tribunale di
Perugia.
Il giudice per l'udienza preliminare ha poi accolto la
richiesta di patteggiamento a un anno e sei mesi di reclusione
di Centofanti.
Palamara è stato indagato quale sostituto procuratore a Roma
ed "esponente di spicco" dell'Associazione nazionale magistrati
e successivamente quale componente del Csm. Per fatti contestati
dal 2013 al febbraio 2018. In particolare è accusato di avere
percepito presunte utilità, per sé e per Attisani, per
"l'esercizio delle sue funzioni e poteri". In particolare -
emerge dal capo d'imputazione - consentendo a Centofanti di
"partecipare a incontri pubblici e riservati cui presenziavano
magistrati, consiglieri del Csm e altri personaggi pubblici con
ruoli istituzionali nei quali si pianificavano nomine e
incarichi direttivi". "Permettendo in tal modo a Centofanti -
sempre in base all'accusa - di accrescere il suo ruolo di
'lobbista'".
Le presunte utilità (il pagamento di viaggi, soggiorni, cene e
lavori vari) - in base alla ricostruzione della Procura di
Perugia - vennero date a Palamara anche per "la disponibilità di
accogliere richieste di Centofanti finalizzate a influenzare o
determinare anche tramite i rapporti con altri consiglieri del
Csm o di altri colleghi, le nomine e gli incarichi da parte del
Consiglio medesimo e le decisioni della sezione disciplinare del
predetto organo".
L'indagine è stata condotta dai sostituti Gemma Miliani e
Mario Formisano coordinati dal procuratore Raffaele Cantone.
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