Nel 2004 la 17enne promessa del calcio svedese Martin Bengtsson, viene acquistata dall'Inter e inizia a giocare nella Primavera nerazzurra.
Dopo pochi mesi però il giovane calciatore, colpito da depressione torna a casa, decide di abbandonare il calcio, e scrive da 19enne, del suo periodo in Italia, nell'autobiografia 'In the Shadow of San Siro", parlando di pochi controlli da parte della squadra, notti brave, bullismo, mancanza di supporto psicologico per i ragazzi e rivela anche un suo tentativo di suicidio.
Mesi al
centro di Tigers, il film di Ronnie Sandahl (già sceneggiatore
di Borg -McEnroe), basato sul libro dell'ex calciatore (Erik
Enge), diventato musicista e autore, presentato nella selezione
ufficiale, in collaborazione con Alice nella città, dov'è in
concorso, alla Festa del Cinema di Roma.
Un giorno dopo il documentario di Alex Infascelli, Io sono
Francesco Totti, il calcio torna protagonista attraverso un
viaggio in alcuni dei suoi lati più più oscuri. "Ho trovato
che nel libro ci fosse un'affascinante prospettiva su un mondo
segreto che nessuno aveva esplorato con la scrittura" spiega il
regista in conferenza stampa . Raccontare la sua storia "mi dava
modo di esplorare il mondo del calcio, che in fondo è un volto
distorto della nostra società, essendo costruito sul
capitalismo, la cultura macho e il modo nel quale ci si rapporta
ai più deboli". Nell'attimo cast anche, fra gli altri, Alfred
Enoch (Le regole del delitto perfetto) e Maurizio Lombardi, nei
panni del dirigente dell'Inter che porta in Italia il calciatore
svedese. "Il mio personaggio - spiega Lombardi - è una metafora
di quello che viene richiesto oggi agli atleti - spiega Lombardi
- più che mai trattati come oggetti, come macchine".
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