Sensibilizzare i cittadini e i giovani alla cultura della legalità, alla pericolosità della mafia (o delle mafie), individuare i segnali che ne manifestano la presenza, indicare gli strumenti per difendersi e le istituzioni alle quali ricorrere. Sono gli argomenti che saranno trattati questo pomeriggio in uno degli stand allestiti in piazza Unità d'Italia nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla Prefettura di Trieste dal titolo "Mafia: il mondo parallelo".
All'incontro interverranno, oltre al prefetto, Pietro Signoriello, il Comune di Trieste, e l'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, il generale Michele Carbone, direttore generale della Dia, la procuratrice capo di Trieste, Patrizia Castaldini che è anche capo della Direzione distrettuale antimafia, e un imprenditore, il presidente della Icop, Vittorio Petrucco, che ha avuto il coraggio di denunciare alcuni mafiosi.
"Le mafie non hanno forme di radicamento territoriale in Friuli Venezia Giulia, dunque non sono socialmente avvertibili, ma hanno interessi di transito. Con, per esempio, attività di riciclaggio, traffici vari ma non un vero radicamento", ha sottolineato il prefetto Signoriello, lanciando un monito: "Non esistono territori immuni: l'immunità la fa preventivamente la capacità di svolgere azioni di contrasto e prevenzione e azioni culturali preventivamente".
L'iniziativa, organizzata con Regione Fvg, Comune di Trieste, scuole, forze dell'ordine e Dia, è articolata in due eventi: la tavola rotonda di domani e uno spettacolo di danza-teatro (ideato da Valeria Vallone), che si terrà lunedì mattina al Teatro Rossetti e che sarà seguito da oltre duemila studenti che hanno già studiato a scuola il fenomeno mafioso. Alla mattinata interverrà anche il presidente di Libera, don Luigi Ciotti.
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