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Sindacati, Trieste è a rischio desertificazione industriale

Sindacati, Trieste è a rischio desertificazione industriale

Tavolo istituzionale di confronto con tutti le parti coinvolte

TRIESTE, 18 gennaio 2025, 22:06

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Per Cgil, Cisl e Uil a Trieste "non è più rinviabile una discussione pubblica sulla desertificazione industriale" ed è necessario "un tavolo istituzionale di confronto, al quale partecipino tutti i soggetti interessati", perché "le ultime crisi, che hanno coinvolto Colombin, Principe, Cartubi, Wartsila e indotto, Flex, Tirso e da ultimo U-Blox, sono il sintomo di un tessuto industriale impoverito che pone Trieste davanti a uno scenario sconfortante". Lo scrivono in una nota i segretari di NCCdL CGIL Massimo Marega, AST CISL Michela Anastasio e CCdL UIL Matteo Zorn.
    La crisi "evidenzia le incapacità della mano pubblica a livello locale", risultato di "una mancanza di politiche industriali efficaci a livello nazionale". Mancano per i sindacati "una visione strategica per il settore industriale da parte del Governo, investimenti mirati, politiche di sostegno all'innovazione e una politica industriale che sappia affrontare le sfide della globalizzazione e delle nuove tecnologie".
    "Sembra che l'unica azione per lo sviluppo sia la sostituzione dell'attività manifatturiera con attività di logistica, con conseguenza una perdita di settori e produzioni strategiche e rilevanti professionalità e competenze acquisite". A Trieste come in Italia e con il rischio di "affrontare un ulteriore impoverimento del sistema". Per i sindacati non bastano turismo e commercio, mentre occorrerebbe rafforzare il "trasferimento tecnologico dalle aree di ricerca presenti a Trieste alle imprese operanti sul territorio".
   

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