"Il fabbisogno di manodopera non
comunitaria per i flussi di ingresso sostenibili, in rapporto
alla capacità di assorbimento del tessuto sociale e produttivo
del Friuli Venezia Giulia per il 2025, ammonta a 1.160 unità,
come comunicato dalla Regione al ministero competente". A darne
notizia è l'assessora regionale al Lavoro, Alessia Rosolen.
La domanda - informa la Regione - è stata formulata prendendo
come riferimento l'andamento dei decreti flussi 2023 e 2024. Per
la prima volta inoltre nel determinare il numero di quote da
richiedere "si è potuto considerare anche il reale fabbisogno
dei territori, desumibile dal numero delle domande precaricate
sul portale ministeriale a novembre 2024".
Per quanto riguarda i lavoratori non stagionali, spiega
Rosolen, il fabbisogno del Fvg è di 250 persone (21 in provincia
di Trieste, 124 nel goriziano, 21 nel pordenonese e 84
nell'udinese); inoltre stati richiesti 50 collaboratori
familiari (15 nei territori di Trieste e di Udine, 10 in quelli
di Gorizia e di Pordenone). Per il lavoro stagionale, sono 400
le richieste (3 unità per l'area di Trieste, 65 per Gorizia, 163
per Pordenone e 169 per Udine). Per i lavoratori stagionali
pluriennali, sono previste 5 unità per il pordenonese e
altrettante per l'udinese.
Per quanto riguarda le quote riservate alle associazioni
datoriali, le richieste per il comparto agricolo sono di 20
unità nel goriziano, 241 nel pordenonese e 139 nell'udinese (per
un totale di 400), mentre per il turismo sono 5 nell'area di
Trieste, 5 in quella di Gorizia, 20 per la zona di Pordenone e
altrettante in quella di Udine (50 in totale).
Delle 1.160 richieste complessive, 44 sono destinate al
territorio triestino, 224 a quello goriziano, 460 al pordenonese
e 432 all'udinese. "La Regione - conclude Rosolen - sta
lavorando attivamente per superare il tradizionale meccanismo
delle quote, puntando su un sistema più flessibile e in grado di
rispondere efficacemente alle reali esigenze del mercato del
lavoro locale".
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