TIRANA - Un pacchetto di nuove sanzioni durissime, questa volta in coordinamento con gli Stati Uniti e costruite in modo da colpire anche i Paesi terzi. L'Europa è pronta a passare ad un nuovo contrattacco nei confronti di Mosca, questa volta con la sponda dell'amministrazione Trump. Vladimir Putin, è questo il comune obiettivo di Bruxelles e Washington, va portato al tavolo negoziale. E se, come sembra, i colloqui di Istanbul non saranno altro che un confuso incipit di dialogo, l'Occidente è pronto a mettere la pistola di nuove sanzioni economiche sul tavolo.
Ad Antalya, a margine della riunione dei ministri degli Esteri della Nato, si è parlato anche di questo. Il senatore americano Lindsey Graham ha avuto un incontro con il Quintetto, formato da Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia. È lui che, pochi giorni fa, ha messo in campo un disegno di legge che prevede dazi al 500% sulle importazioni negli Stati Uniti dai Paesi che acquistano greggio, prodotti petroliferi, gas naturale e uranio dalla Russia. Una mossa che determinerebbe un colpo mortale all'elusione delle sanzioni finora attuata dal Cremlino con la sponda dei Paesi non allineati sulla guerra in Ucraina.
L'incontro potrebbe avere un seguito a Tirana, dove oltre quaranta capi di Stato e di Governo convergeranno domani per il summit della Comunità Politica Europea (Cpe). E dove è atteso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in arrivo da Ankara. Parigi, Berlino e Roma hanno già anticipato di voler concordare le nuove sanzioni con Washington. "Dobbiamo coordinare la nostra azione perché più la situazione economica russa è complicata, meno possono pagare i militari che, ripeto, guadagnano il doppio di quello che guadagna qualsiasi lavoratore russo", ha sottolineato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Il pacchetto "includerà sanzioni sul petrolio e sulle istituzioni finanziarie", ha spiegato il ministro francese per gli Affari Ue, Jean-Noel Barrot. Si tratta, per ora, di misure solo minacciate. Ma è vero che Donald Trump, negli ultimi giorni, ha mostrato segni di chiara irritazione nei riguardi di Putin. Ed è anche vero che la recente missione a Kiev di Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Donald Tusk ha riacceso il motore europeo sul sostegno all'Ucraina, con la ratifica del 17/o pacchetto di sanzioni prevista già martedì prossimo.
A Tirana è probabile che, a margine del summit della Cpe, non si parli solo di sanzioni: si potrebbe profilare un nuovo incontro della coalizione dei Volenterosi con Zelensky per fare un punto più ad ampio raggio sulla situazione e proprio mentre a Istanbul, in mattinata, partiranno i colloqui tra le delegazioni di Kiev e quelle di Mosca. E la presenza del segretario generale della Nato Mark Rutte aumenta l'importanza del dossier ucraino a margine del vertice ospitato da Edi Rama.
Del resto, nella capitale balcanica atterreranno Macron, Starmer, Merz, Tusk, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Ma anche leader centrali nella mediazione, come il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Giorgia Meloni ci sarà. La premier parlerà sia nella sessione Plenaria sulla "Nuova Europa" sia nelle successive sessioni tematiche. L'Italia siederà alla tavola rotonda dedicata al contrasto all'immigrazione e presieduta da Kosovo e Croazia. Il dossier flussi sarà centrale nella missione di Meloni, che avrà un bilaterale con Rama. Sul tavolo non solo la strettissima partnership tra Roma e Tirana ma anche l'attuazione del Protocollo per i centri per richiedenti asilo e irregolari costruiti dal governo in Albania.
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