"I dati sono drammatici e hanno
un duplice impatto: sullo sviluppo psicoemotivo dei giovani" e
sulla didattica, ha osservato il ministro. Sul primo fronte,
l'uso degli smartphone porta a "difficoltà di concentrazione,
nella memorizzazione e persino nello sviluppo della fantasia:
c'è una crescita psicologica che viene in qualche modo
danneggiata dall'uso del cellulare", ha spiegato Valditara. A
fini didattici, invece, "quando abbiamo organizzato a Trieste il
G7 Istruzione l'anno scorso abbiamo invitato anche l'Ocse che,
nel suo intervento, ha dimostrato come vi sia un impatto
negativo anche per materie che apparentemente dovrebbero essere
meno sensibili, si è fatto l'esempio della matematica, poiché il
cellulare indurrebbe alla distrazione e quindi ovviamente non
garantirebbe quelle condizioni per eccellenti performance".
"C'è poi il tema anche di come gestire le nuove tecnologie e
l'utilizzo del cellulare", ha aggiunto Valditara. "E' evidente
che la scuola può vietare di utilizzare il cellulare, però il
cellulare è uno strumento che circola e purtroppo anche molte
famiglie danno il cellulare a figli molto piccoli", ha spiegato,
ricordando anche "quanto la polizia postale italiana abbia più
volte" richiamato a fare "attenzione perché dietro l'utilizzo
del cellulare" da parte di bambini "possono nascondersi pericoli
molto seri" come "pedopornografia" o "giochi violenti, sfide"
che "possono portano addirittura rischio di vita". Serve quindi
"un'educazione a un uso consapevole e corretto degli strumenti
digitali e ai rischi a cui i social espongono i minori", ha
sottolineato il ministro.
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