"Il ministro degli Esteri,
Antonio Tajani, in un'intervista al Corriere della Sera, tenta
goffamente di giustificare l'assenza della Presidente del
Consiglio italiana a Kiev, mentre Emmanuel Macron, Donald Tusk,
Friedrich Merz, Keir Starmer e Volodymyr Zelensky disegnavano
l'Europa del coraggio e della responsabilità. Ma la verità è
semplice: Giorgia Meloni ha scelto di non esserci. E Tajani è
costretto a coprire questa scelta con argomenti deboli e
retorica d'occasione". Lo dichiara Sandro Gozi, eurodeputato di
Renew Europe e segretario generale del Partito Democratico
Europeo.
"La politica estera non si fa su Zoom, ma con la presenza
fisica nei luoghi dove si costruiscono alleanze e leadership.
Altro che ruoli intercambiabili: guidare la diplomazia non
significa rappresentare l'Italia ai massimi livelli. Un Paese
fondatore dell'Unione ha il dovere di esserci quando si
definisce il fronte europeo della libertà e della sicurezza. Chi
crede davvero nell'Europa non si defila, non si collega da
remoto, non delega. E non maschera l'irrilevanza politica col
richiamo all'industria", spiega Gozi.
"Il centro del mondo libero era a Kiev. E l'Italia, per
scelta politica di Giorgia Meloni, non c'era. Antonio Tajani
forse può consolare se stesso e il suo partito con gli elogi di
Marina Berlusconi, ma agli occhi dell'Europa, quella vera, siamo
rimasti in panchina", conclude l'eurodeputato.
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